Ricevo dal collega dott. agr. Francesco Platania (detto Ciccio) e pubblico.
Sono in un piccolo albergo di Bologna trovato a fatica causa fiera della cosmetica, mi ha stupito trovare in questo piccolo 3 stelle aranciata fresca.
Il titolare mi ha detto che una spremuta al buffet gli costa in media dai 60-70 centesimi, acquisita le arance sotto l'euro tramite un fornitore locale con consegna diretta. La spremi agrumi la ha acquistata, fatti i conti gli è convenuto.
Mi chiedo se a Bologna al titolare una spremuta gli costa 60/70 centesimi perché da noi nel più tinto chiosco deve costare fino a 2 euro e più?
Perché, cosa più eclatante, negli autogrill deve sfiorare i 3 euro? 30 centesimi a spremuta non sarebbe un buon guadagno per chi non ha fatto nessuno sforzo per produrre?
A questo punto fatti i conti, considerando l'ammortamento della macchina, così come è stato fatto dall'albergatore il costo di 1 euro a spremuta sarebbe più che remunerativo!
Ciccio
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
Questa macchina per le spremiture è interessante, considerati i costi. Sarebbe il caso di saperne di più per favorirne la diffusione.
RispondiEliminaPotrebbe contribuire alla causa per la salvezza della nostra agrumicoltura, se risulterà conveniente per albergatori, ristoratori, bar, etc, introdurla nei loro esercizi..