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il riso: il ritorno al passato

Che il riso possa essere coltivato in Italia solo in alcune zone della pianura padana è un così-detto "luogo comune".
Rinasce, o meglio riparte la coltivazione del riso in Sicilia.
E riparte grazie al giovane collega dott. agr. Angelo Manna di Leonforte.
Pochi di noi, forse nessuno, sapeva che il riso in Sicilia venne introdotto dagli Arabi, e che fino al 1860 veniva coltivato nelle zone paludose, come il pantano di Lentini o quello di Acate (feudo dei Biscari).
Il riso in Sicilia aveva una sua importanza al pari del frumento.
Ma venne Camillo Benso Conte di Cavour che appurò, durante il Regno delle due Sicilie, che il riso era molto redditizio e, quindi con la scusa di bonificare le aree acquitrinose e paludose della Sicilia (giusto giusto quelle delle "paludi d'oro") decreto che il riso in Sicilia non potesse essere più coltivato.
Da allora non solo si perse la coltivazione in Sicilia, ma si perse anche la "memoria storica" di detta coltivazione.
E da qui ... riparte ... la coltivazione del riso ... iniziata tre anni fa ... e che racconterò nei prossimi giorni con foto che ho ripreso i primi di agosto e ieri.
Ritornerò a Leonforte a vedere le pannocchie in maturazione e soprattutto la mietitura.
Intanto ... godetevi il breve video che ho fatto ieri.

Commenti

  1. 19Un pò in ritardo ma bello basso non pienissimo ossia poco accestito ma poi sarà il raccolto il peso a dire l'ultima parola. Sarebbe interessante sapere la varietà come primo inizio e certamente il sistema irriguo.
    Scusate l'approfondimento ma quest'anno non doveva partire la coltivazione del riso pluviale in Sicilia, stile Asiatico?
    Comunque la sicilia ha fatto la storia e non solo su riso il fatto è che anche il clima è cambiato ed è andato via via in disuso perchè storicamente era un cereale al sud considerato come dolce o per usi più ristretti. Cavour centra relativamente dove c'è palude c'è riso la storia è più antica dell'800 e molto meno nordica o megli non solo parla Yankee, la Calabria, La Sardegna (regina del riso da seme), la Toscana non sono brutte terre risicole è forse il caso di dire che sono piccole poco estese.
    Una sfida non sò se è il caso di dire un apprezzabilissimo ritorno forse con le varietà e le tecniche giuste e perchè no un pò di sperimentazione per altri risi che sono stati marginalizzati dai climi più continentali. Il riso ha molte più varietà ed ecotipi di quello che il medio personaggio agricolo italiano pensa.
    La Sicilia può essere veramente come la pensavano i romani la piccola Asia basta che si fermino le erosioni e le alluvioni...Culturali e Politiche.

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  2. La Storia e la tecnica spesso contrastano, ci sono sempre state restrizione per il riso, la dominazione Spagnola l'ha sempre consideraro foriera di sciagure e malaria oggi è foriera di gas serra la risaia sommersa senza ovviare al consumo idrico, una vera e propria coperta di cachemire, un pò costosa anche in asciutto. Si è persa molta tecnica certo è che difficilmente è cereale da collina ma in asciutto e in siccità risulta difficile anche fare i fichi d'india comunque come per il cotone è la pesa e il conto del pizzicagnolo o del salumiere come dir si voglia a fare il successo e la continuazione.

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  3. Forse manca una riseria o una pila ma sono comode anche le micropile per lavorare le medie partite di risone. Interessantissimo è vedere i risi Upland e quelli che meglio reggono il regime carenziato...a sorpresa c'è anche il Carnaroli e altri risi blasonati della storia italiana, ma se vogliamo continuare uno stile asiatico, anche molti risi lunghi non sono male ma mal si approcciano ai nostri gusti ma sono tutti da provare.
    Basta monocolture e monosuccessioni di Duro...e di Riso al Nord, si sappia bene che ceri casini non vengono a caso. Pensierino per la nuova PAC e per tutti i reclusi, gli ignari, gli infedeli del Nord Europa che vengano a Sud del Mar Baltico a vedere...che non c'è solo l'Italia ma che è in buona compagnia.

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  4. gentile Anonimo, mi sembri una persona informata sull'argomento. Vorrei fare una chiacchierata. Se vuoi puoi contattarmi a questo indirizzo mail: info@agrirape.it,
    grazie,

    Angelo Manna

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