Due i problemi più grossi in Italia in questo momento: il lavoro che non c'è e le tasse.
Sembrano due problemi distinti e separati, ma sono strettamente correlati.
Faccio una analisi (stringata, altrimenti non la leggete) sulla connessione della problematica nell'ambito dell'agricoltura.
La tassazione che lo Stato impone per ogni occupato e per ogni giornata lavorativa è pari ad € 13,65 per i contributi previdenziali ed assistenziali (INPS) e pari ad € 11,00 per tasse (ritenute/trattenute); totale= € 24,65.
Ecco che ... in modo assai semplice ... ogni due occupati ... uno "fantasma" è lo stato, ovvero paghiamo ogni due occupati un costo pari ad un terzo operaio che, però, non viene a lavorare. Il terzo operaio si chiama "tasse"!
Oltre a ciò l'IMU, di cui oggi si discetta e si attende la soluzione alla vergognosa questione, preleva da ogni ettaro di terreno cifre ingiustificate, scaturenti da estimi catastali folli; un ettaro di agrumeto, epr esempio, viene valutato ai fini IMI 75-80.000,00; un seminativo irriguo ben 45.000,00.
E' chiaro che pagando tutte queste tasse il lavoro ... "va a farsi benedire".
Il guaio è che nonostante questo folle prelievo fiscale ... il debito pubblico continua a salire.
E' chiaro che c'è qualcosa che non va ... nella spesa pubblica ...
Levateci le tasse; obbligateci ad assumere operai in cambio dell'azzeramento delle tasse e ... magicamente ... l'economia ripartirà ...o tutto ciò è troppo semplice?
il problema e farlo capire hai burocrati e politici italiani.
RispondiEliminaio sono disposto a vendere tutta la mia azienda allo stato per il valore che mi ha imposto.
francesco cocuzza