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Sulla Misura 216 del PSR Sicilia

Ricevo un'altra email dal sig. Iano Falcone della Coop. "Giovanni Verga di Vizzini" e pubblico.
Con la presente chiedo un suo parere  e/o un suo intervento sulla problematica della Misura 216 azione B “Investimenti aziendali di valorizzazione delle aree di pubblica utilità per pubblica fruizione” e Misura 216, azione C “Investimenti priorità ambientali –  del  PSR Sicilia 2007/2013. In particolare sulla  istruttoria, approvazione e finanziamento dei progetti presentati.
Come cooperativa agricola ho partecipato nell’anno 2011 alla prima fase della Misura 216 con un progetto agricolo sui terreni che la cooperativa detiene in affitto.
 Il progetto è stato approvato, posizionandosi al n.97 della graduatoria, su un totale di n.97, ma non è stato finanziato per esaurimento fondi stanziati per la suddetta prima fase.

Nel mese di Febbraio 2013 ripresento il progetto, ampliandolo con l’inserimento dell’Azione B , al fine di raggiungere un maggior punteggio e avere più possibilità di essere finanziato. E questa volta mi sono posizionato al n 161 su un totale di 227.
Ha fatto un po’ di calcoli, e ho notato che per  arrivare a finanziare il mio progetto occorre una disponibilità di circa 50 milioni di euro, senza considerare quelli ancora restanti, a fronte di 12 milioni di euro stanziati per questa II sottofase.
Una cosa un po’ analoga era successo per la prima fase:. somma stanziata euro 15 milioni, somma utile per finanziare tutti i progetti euro 32 milioni circa.   
A questo punto mi sono riletto il bando e ho notato che alcuni punti sono discutibili e certamente non equi sugli esiti. Ne ho parlato con l’agronomo progettista e alcune cose sono state condivise.
Provo adesso ad elencarteli.
1)      Perché  bandire  una seconda fase, quando ancora vi sono dei  progetti approvati nella prima fase  in attesa di finanziamento?
Questo metodo mi fa venire in mente certe logiche politiche clientelari  delle passate legislature (anni  80, 90 e seguenti). Occorre ancora cercare il “politico di turno”?.
Se questo non è vero, cosi come mi auguro che sia, perche far spendere altri soldi alle imprese per la ripresentazione dei medesimi  progetti con  tutta la nuova documentazione tecnica ed  amministrativa aggiornata e rispondente  ai  requisiti della nuova fase? In questo modo si induce l’impresa ed  il progettista a “farsi furbi” inventando  nuove cose per raggiungere un punteggio più alto.
     Ma cosa ancora più grave  è che i funzionari istruttori dovranno ripetere  un lavoro già in   
     parte eseguito alcuni mesi precedenti. Quindi non solo un notevole aggravio di spesa
     pubblica, ma anche  una duplicazione di faldoni con atti istruiti che “ammuffiscono” nelle
     scaffalature degli uffici o peggio ancora nei corridoi degli assessorati.
2)       I criteri di attribuzione dei punti relativi alla Territorialità: Area Natura 2000 punti 25, Parchi e riserve regionali punti 15, Corridoi ecologici punti 10, sono non equi.
 Se un terreno ricade contemporaneamente  nelle tre aree la somma dei punti spiazza tutti gli altri terreni che ricadono in una sola area. A questo punto  diverse imprese  hanno pochissime  possibilità di essere finanziate. Sarebbe più giusto diversificare l’attribuzione dei punteggi, attribuendone uno solo anziché tre, oppure indire bandi diversi per singole aree.
3)      Altresì sono discutibili i requisiti richiesti per la costituzione di una ATS, in particolare sulla precisazione che” l’Associazione temporanea di scopo dovrà essere costituita da almeno due imprenditori agricoli, singoli o associati, i cui appezzamenti di terreno siano contigui o confinanti tra loro” . Precisazione che cade in contraddizione con la definizione giuridica di impresa agricola, ove  il fondo può essere costituito da più appezzamenti , anche non contigui o limitrofi tra loro.

Ma vorrei  porre l’attenzione soprattutto sui primi due punti segnalati e, se per te sono condivisibili, ti chiedo una possibile iniziativa , ugualmente a nome della “Compagnia delle Opere”, dato che  fra i suoi scopi sociali vi è  quello di sostenere le PMI anche mediante interventi sociali e culturali.
La cosa strana è che  si legge spesso sui giornali che la Sicilia  è fra le prime regione a non spendere totalmente i soldi  dei Fondi UE. Da un articolo sul giornale La Sicilia del 07/07/2013 la nostra regione ha speso solo il 18% dei fondi europei della programmazione 2007/2013 e che si corre il pericolo di restituire a Bruxelles 354 milioni di euro del Po-Fers.
Appare quindi una assurdità bandire nuove sottofasi senza non  prima finanziare progetti già istruiti ed  approvati, o peggio ancora  leggere su diversi decreti  assessoriali della regione  che parecchi progetti non vengono ammessi a finanziamento solo perche il titolare dell’impresa ha dimenticato di allegare la fotocopia del documento di riconoscimento, o abbaia trasmesso la fotocopia  di una tessera scaduta.
E poi si parla tanto di incrementare il lavoro dei giovani e di quelli che l’hanno perso, di sviluppare l’agricoltura, il turismo, ecc. ; di semplificazione amministrativa, di sburocratizzare gli uffici, ecc, da parte di molti politici, funzionari, ecc.   

Commenti

  1. carissimo sig. Falcone è giustissimo quello che lei evidenzia ma aggiungerei altri commenti sull'incapacità di dare una equa griglia di valutazione e alle condizioni di pari opportunità da offrire alle aziende agricole anche se trattasi di investimenti non produttivi. Inanzitutto il punteggio massimo attribuibile previsto dal bando è di 100 punti e non di 140 punti per come visto nella graduatoria provvisoria. Ho letto il bando e tutte le errata corrige successive e non trovo altro che il punteggio massimo ottenibile è di 100 punti. A questo punto limitando il punteggio a 100 succede che tutte le domande inserite in graduatoria da 100 a 140 risulterebbero con punteggio 100 e le priorità sarebbero la data di rilascio informatico della domanda, imprenditrice donna etc., sconvolgendo di fatto l'attuale graduatoria. In altro punto si contesta il punteggio relativo alle territorialità che è di fatto sbagliato in quanto le priorità di investimento sono diversificate in funzione dell'area oggetto di intervento e quindi non dovrebbero essere sovraopponibili (es. è prioritario l'investimento nelle aree natura 2000 rispetto ai parchi e riserve e ai corridoi ecologici) e quindi se l'area oggetto di intervento presenta due o più priorità dovrebbe valere quella più prioritaria e non sommare i vari interventi. In altro punto si evidenzia la costituzione in ATS delle aziende agricole e enti pubblici e/o associazioni ambientaliste riconosciute. E' di fatto anomalo che il punteggio non è sovrapponibile sia per l'azione B che per l'azione C peraltro modificato durante l'apertura del bando stesso. Non è giustificabile che chi si costituisce in ATS sborsando euro, peraltro senza nessuna linea guida messa a disposizione dall'Assessorato e con le enormi difficolta riscontrate dal Notaio e all'Agenzia delle Entrate, non possa avere la possibilità di potere effettuare investimenti anche su proprietà non accorpate o distanti poche centinaia di metri una dall'altra e perdipiù i punteggi dell'azione B e C non sono sovrapponibili e che si considera il punteggio di una sola azione.
    Non mi dilungo su altre critiche sicuramente non meno importanti ma a questo punto appare opportuno che l'Assessorato prima di effettuare un bando coinvolgerebbe gli addetti ai lavori per cercare di dare pari opportunità a tutte le aziende agricole e contestualmente nel rispetto dell'operato di noi tecnici che non ci sentiamo rappresentati dai rispettivi ordini e/o collegi di appartenenza nè tantomeno le aziende agricole sono rappresentate dai sindacati di categoria trasformati in attività di business ai danni delle stesse aziende agricole.
    cordialmente
    Agri Med s.r.l.
    Antonio Parrinello

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