La questione è dibattuta da decenni: gli estimi catastali non sono coerenti, e le tasse che si pagano sono esageratamente alte.
Il Comune di Francofonte fece ricorso anni fa e tutto si arenò, ma ... leggiamo l'articolo del dott. Tonino Morina apparso ieri sul quotidiano LA SICILIA.
Il Comune vince il ricorso, ma i cittadini pagano di più. E' questa la situazione paradossale e ingiustificata che da qualche anno sta capitando ai cittadini di Francofonte, in provincia di Siracusa: in aggiunta al fatto che i valori catastali dei fabbricati sono irrazionali, il Comune, che ha presentato ricorso per abbassare gli estimi catastali, vincendolo, è ancora in attesa del decreto che recepisce le nuove rendite, ma i cittadini devono pagare di più.
Il Comune ha vinto il ricorso vedendosi riconosciute le ragioni sulle esagerate tariffe catastali applicate sugli immobili, che sono superiori, ad esempio, non solo a quelle di comuni vicini e più ricchi, quali Scordia, Lentini o Carlentini, ma anche ad alcune rendite di Catania, Siracusa o Palermo. Con la differenza che una casa a Francofonte, di circa 100 metri quadri, si può comprare a prezzi variabili tra 40 e 80mila euro, mentre a Catania, Palermo o Siracusa, per lo stesso immobile, ci vogliono cifre variabili da 200mila, in periferia, fino a 500mila euro, in centro. A seguito del ricorso presentato, il Consiglio di giustizia amministrativa ha acclarato e dichiarato: a) l'illegittimità delle tariffe d'estimo impugnate dal Comune di Francofonte, evidenziando la disparità, rispetto a quella degli altri comuni vicini, delle tariffe d'estimo impugnate, e la loro oggettiva irragionevolezza rispetto al contesto in cui incidevano; b) l'illegittimità dei provvedimenti impugnati e la fondatezza dei motivi di ricorso; c) la sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale alla rimozione delle illegittimità evidenziate.
A seguito della sentenza del Cga, depositata il 2 marzo 2009, dietro sollecitazione del Comune di Francofonte, l'agenzia del Territorio di Roma, ha comunicato, con nota del 26 ottobre 2010, che, essendo stato accolto il ricorso, sarà cura «della scrivente richiedere il parere propedeutico al procedimento di revisione parziale degli estimi alla Commissione censuaria centrale, che all'attualità risulta costituita, ma non ancora operante, in attesa del completamento dell'iter di nomina dei relativi componenti». Insomma, in pochi giorni si sarebbe dovuto risolvere il tutto.
C'era un piccolo "problema" però, che riguardava l'applicazione delle tariffe nelle more di approvazione del decreto di rettifica delle tariffe sbagliate. Il "problema", che si sarebbe dovuto risolvere in pochi giorni, è stato riportato sulla Gu 254 del 29 ottobre 2010, con la nota dell'agenzia del Territorio di Roma che rendeva noto l'accoglimento del ricorso, facendo presente che, in attesa del decreto che doveva recepire le nuove più basse ed eque tariffe, erano state ripristinate le tariffe precedenti di cui al decreto del 27 settembre 1991.
Il doppio paradosso è che le vecchie tariffe erano ancora più alte ed irrazionali di quelle che dovevano essere corrette, d'accordo tutti, Comune, ufficio del Territorio di Siracusa e agenzia del Territorio di Roma. Ma, come si è detto, doveva essere questione di giorni. Il guaio è che i "pochi giorni", dal 29 ottobre 2010, si sono prolungati fino ad oggi, in pratica sono passati più di tre anni, e i cittadini di Francofonte sono doppiamente beffati.
In parole povere: le vecchie rendite, fino al 2002, erano, ad esempio, 120, dal 2002, le nuove rendite erano 100, ma il ricorso del Comune è stato accolto, riconoscendo che le giuste rendite, viste e confrontate con quelle dei paesi più ricchi, dovevano essere 50. Come si è detto, però, in attesa della correzione ufficiale, di 50, si dovevano applicare le rendite di 120, superiori a quelle altissime e sbagliate di 100. La beffa è doppia, perché il Comune di Francofonte ha vinto il ricorso, ma, come si è detto, i cittadini devono pagare di più in termini di imposte dirette, Ici fino al 2011, Imu dal 2012 e altre imposte indirette. La lentezza del legislatore o degli uffici competenti, che devono recepire le nuove tariffe, è ingiustificata per la ragione che punisce un Comune che ha vinto il ricorso, penalizzando ingiustamente i cittadini.
Salvina Morina
Tonino Morina
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