Oggi pubblico "l'ultima puntata" di Story telling, ringraziando la persona che mi ha mandato queste riflessioni.
A noi del marketing ci hanno insegnato che tu vendi, ma le regole per competere le faccio io. Per rimanere in tema di Boss, Briatore e i suoi apprendisti avrebbero alzato il dito per sbattere fuori il nostro fornitore conterraneo alla cui innegabile capacità di penetrare il mercato del nord Europa fa da contrappeso l’assoluta mancanza di governance sulla gestione del prodotto e delle sua story telling (di cui facevo accenno prima).
Uno che va sul mercato con un brand “il siciliano” (diceva qualcuno: troppe marche e pochi marchi!) e l’immagine della sua velina: il puffo azzurro! Chiunque esso sia, quanto non sa di questa nostra terra? Quanto gli dovremmo raccontare per andare alle radici del nostro minimo storico? Sarà tra quelli che gira per i nostri giardini e quando è piccolo e meglio grosso e quando è grosso è meglio piccolo?
Allora ti faccio una domanda, anche perché non ho voglia di parlare del solito mafia, Sicilia, lupara e coppola che raccoglie in nostri putridi e puzzolenti edonisimi isolani: è bravo lui o è buono il prodotto? Se è buona la seconda, cioè se è buono il prodotto, nonostante il commerciante esportatore del puffo azzurro, perché non cominciamo da qui a fare le cose per bene?
Ti apprezzo sempre.
------- " LA GRANDE BELLEZZA 2 " ----------
RispondiEliminalocation Sicily
(a chiarimento del commento sintetico disapprovato, forse un pò troppo sintetico)
RispondiEliminaLeggendo il racconto, a parte la lunga premessa, mi sorge spontaneo fare un parallelismo con l’ultimo ottimo lavoro del regista Paolo Sorrentino. Il quale magistralmente nel film denuncia la decadenza morale e culturale della società attuale, maniaca di apparenza ma povera di sostanza, che poggia le sue fragili fondamenta sull'ostentare ciò che non é.
Ritornando a noi. Aldilà della virtù operosa dei nostri padri, oggi ci rimane il NULLA,
malgrado i sacrifici fisici ed economici nel produrre prodotti d’eccellenza . Il tutto dovuto ad un periodo di decadentismo intellettuale e professionale della parte commerciale che si concretizza a partire dal “puffo sulla velina”, per arrivare agli "scartatari con la lapa ", che grazie a operazioni piú o meno limpide, hanno avuto modo di fare il salto di “qualità” e costruirsi piccoli imperi agricoli e commerciali, pur rimanendo sempre in sostanza degli "scartatari con la lapa", capaci solo di competere tra di loro e concentrarsi esclusivamente sul tornaconto personale. Il tutto a discapito fraudolento del comparto agrumicolo siciliano.
Note
Scartatari = detto dispregiativo di personaggi che si guadagnano da vivere, raccogliendo e vendendo alle fabbriche di succhi, piccole quantità di scarti di produzione agrumicola
(spesso frutti raccolti da terra)
Lapa = Tipico piccolo autocarro a tre ruote prodotto da una famosa fabbrica italiana