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La rimodulazione degli incentivi sul fotovoltaico

La rimodulazione degli incentivi sul fotovoltaico è una di quelle "operazioni" che è stata fatta "ammazzando" un settore che già era stato "ammazzato" da molti blocchi burocratici.
Non sto a discutere sulla legittimità del blocco delle autorizzazioni degli impianti a terra, blocco giusto per alcuni versi, ma incredibilmente assurdo per altri; tant'è che molte zone davvero marginali ed incoltivabili avrebbero potuto trovare anche questo tipo di utilizzazione (col beneficio di tutti, e soprattutto della bolletta energetica nazionale).
La cosa strana, e per certi versi irrituale, è che dopo aver fatto realizzare tantissimi impianti costosi, già in produzione, impianti realizzati spesso con l'intervento di complessi meccanismi internazionali di finanziamento bancario e di investitori, ecco che il Governo ... spalma gli incentivi o rimodula l'incentivo stesso.
E non c'è "via di fuga" ... gli impianti sono realizzati, il business plan "va a farsi benedire", i problemi rimangono "sulla testa" dei proprietari degli impianti ... e gli investitori ... spariscono dal mercato delle produzioni italiane di energia rinnovabile ... delocalizzano ...un altro poderoso autogol ... così, anzichè incentivare l'economia generale del nostro paese ... si fa un altro passo indietro!
Ecco le modifiche introdotte, postume rispetto agli accordi fatti, e retroattive:
La rimodulazione della tariffa incentivante per l'energia prodotta dagli impianti di potenza nominale superiore a 200 kW. A partire da gennaio 2015, tale tariffa sarà modificata e gli operatori potranno scegliere tra tre opzioni:
1) l'estensione da 20 a 24 anni del periodo di incentivazione, previa rimodulazione del valore unitario dell'incentivo di entità dipendente dalla durata del periodo incentivante residuo;
2) il mantenimento del periodo di erogazione ventennale, ma legata alla riduzione dell'incentivo per un primo periodo, e di un corrispondente aumento dello stesso per un secondo periodo, secondo percentuali definite dal MiSE;
3) il mantenimento del periodo di erogazione ventennale, a fronte di una riduzione percentualefissata dal decreto, crescente a seconda della taglia degli impianti (art. 26, commi 1-6). In questo caso, si passa dal 5 al 6% per gli impianti da 200 a 500 kW e dal 9 all'8% per gli impianti con potenza superiore ai 900 kW.

Commenti

  1. Molti (per grazia di Dio non tutti) dei nostri politici sono dei farabutti. Tant'é vero che spesso vengono pizzicati dalla magistratura con accuse di ogni genere, truffa, peculato, concussione, corruzione se non ancor peggio concorso esterno o affiliazione ad associazioni mafiose. Comunque non si fanno mancare niente. Tutto però mirato sempre all'arricchimento personale. Mangrado ciò non si ci può togliere loro la qualità di avere una spiccata e fertile diabolica fantasia, che li porta spesso partorire porcate "geniali" come questa. Posta in essere cosi tanto per far dissuadere definitivamente chi vorrebbe investire nel nostro paese, in quanto fortemente scoraggiato dalla mancanza di certezze sulle regole stabilite.
    Tutto degno di una Repubblica delle Banane.

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  2. L'incertezza normativa e legislativa assieme alla retroattività dei provvedimenti fiscali (quante volte e' stato violato lo Statuto del Contribuente, per esempio, riducendo tutti noi a "parco buoi") e' uno dei bachi che stanno portando il nostro Paese definitivamente alla morte: quel poco di investimenti teoricamente realizzabili se ne vanno via a gambe levate.

    A mio modestissimo avviso, pero', il fotovoltaico e' stato gestito malissimo dai vari governi: grazie a incentivi esagerati (ovvero oneri in bolletta) nei primi conti energia, i target sulla produzione di energia fotovoltaica sono stati raggiunti con vari anni di anticipo.

    Inoltre il boom del fotovoltaico non ha minimamente creato un indotto italiano nel settore: abbiamo importato massicciamente dall'estero tutti i componenti degli impianti.

    Delfo Fusillo

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