Quando progettiamo degli impianti di irrigazione facciamo attenzione ad effettuare un corretto dimensionamento delle condotte adduttrici e di quelle distributrici; cerchiamo di avere una uniformità di progetto del 95%, utilizziamo tutte le formule più opportune per far sì che tutte le piante abbiano la medesima quantità di acqua; dimensioniamo i settori considerando la portata idrica disponibile; valutiamo il tipo di impianto, così come la portata oraria degli erogatori da adottare, in base alle colture, ai sesti di impianto, al terreno.
A volte ciò viene fatto "in emergenza" allorquando le radici delle piante strozzano i tubi in p.e., altre volte perchè l'impianto, a suo tempo non venne ben progettato, altre volte ancora perchè nelle tubazioni c'è qualche ostruzione.
Ma andando in giro per i campi ... queste cose non ci piacciono: tutto l'impianto va in scompensazione, viene meno l'uniformità, viene meno la certezza dei quantitativi idrici/pianta.
Anche per gli impianti di irrigazioni un pò di manutenzione ... appare indispensabile, e tutto a vantaggio dell'utilizzatore.
L'idraulica, un tempo fondamentale per lo sviluppo dell'agricoltura , oggi viene ridimensionata ad una serie di nozioni mnemonico/pratiche molto approssimative.
RispondiEliminaPurtroppo anche in fase di progetto, nomi come Darcy-Weisbach, Hazen-Williams, Cao,(solo per citarne alcuni) suscitano solo nella memoria di molti tecnici, sbiaditi ricordi di pomeriggi passati sui libri, di tanti anni fa. Ma non mi va di biasimare nessuno in quanto, spesso la committenza non ha idea del tempo che occorre per calcolare un buon impianto a perfetta regola d'arte, e pertanto è restia a pagare il lavoro svolto. Quindi... "se vedi che esce poca acqua nelle ultime piante, strozza un settore"