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Prezzi pazzi, 2° puntata

Sulla questione "moltiplicazione dei prezzi", ieri scrivevo che qualcosa si può fare.
Ecco cosa ha "Pensato" Giovanni La Via, agronomo, eurodeputato e Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che fra l'altro ha invitato In Sicilia per settembre il Commissario Europeo all'Agricoltura.

Qui sotto per intero il testo dell'articolo apparso venerdì mattina sul quotidiano La Sicilia.

Nuove norme a difesa degli agricoltori; richieste misure per aumentare il potere contrattuale degli agricoltori lungo la filiera.
Ancora una volta l’agricoltura è al centro dell'agenda politica europea.  Al Parlamento europeo continuo a portare avanti battaglie per la difesa della nostra agricoltura, un settore che da tempo sta attraversando una forte crisi. Essa è dovuta a diversi fattori che stanno incidendo con conseguenze pesanti sull’occupazione, quali la difficoltà di accesso al credito e la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, che stanno portando all'inevitabile abbandono delle terre. 

La Sicilia, a cui continuo a dedicare il mio principale impegno in Europa, ha tutte le potenzialità e le risorse per rimettersi in piedi. Non possiamo ancora perdere tempo: bisogna invertire il trend, creare le condizioni per un ritorno alle campagne, con gli incentivi previsti per i nuovi investimenti. 

Uno dei problemi del settore agricolo è rappresentato dalle pratiche commerciali sleali lungo la filiera alimentare,  cioè negli squilibri  tra i poteri contrattuali, nelle diseguaglianze tra i partner lungo la filiera. E’ per questo che in plenaria lo scorso Giugno abbiamo votato la risoluzione con cui il Parlamento europeo chiede con forza alla Commissione un’azione legislativa che possa garantire relazioni trasparenti lungo tutta la filiera produttiva, così da migliorare il potere contrattuale degli agricoltori. Un esempio concreto, è quello del pomodorino ciliegino, un paradosso inaccettabile. Un kg di questo prodotto viene pagato agli agricoltori circa 50 centesimi, e poi venduto a più di 4 euro al kg nei supermercati. Ma lo stesso vale per molte altre produzioni ortofrutticole isolane per le quali si assiste ad un aumento dei costi talvolta ingiustificato. Per queste ragioni, mi sono impegnato in Europa per chiedere un quadro normativo che consenta di non penalizzare lungo la filiera i produttori, che oggi sono spesso costretti a vendere sotto costo. Ma non dobbiamo generalizzare. Dalla campagna al banco del supermercato i rincari non sono sempre dovuti a condotte sleali. Spesso, infatti, l’aumento del prezzo dipende dai costi delle attività necessarie lungo la filiera, ma talvolta è dovuto a cause che dobbiamo eliminare tramite un chiaro intervento legislativo, che fornisca regole chiare e semplici per garantire la trasparenza lungo la filiera.


In un momento in cui la disoccupazione giovanile sfiora percentuali elevatissime, una valida risposta occupazionale potrebbe essere rappresentata dalle opportunità offerte dal settore agroalimentare. La programmazione attuale 2014-2020, finanziata con fondi europei, prevede diverse misure a sostegno dei giovani, come le agevolazioni al credito o i finanziamenti per il primo insediamento, ma abbiamo chiesto con forza alla Commissione europea di accelerare questo processo, creando condizioni più favorevoli per chi lavora la terra, per tutelarne il reddito e migliorarne la qualità della vita. 


A rendere più pressante l’esigenza di misure apposite, dicevamo, la stessa natura della produzione agricola: una volta iniziata non può arrestarsi, e i suoi prodotti sono deperibili. Ecco alcuni tra i principali nodi per cui il Pe chiede soluzioni efficaci: ritardi nei pagamenti, accesso limitato al mercato, informazioni non sufficientemente dettagliate sulle condizioni contrattuali, risoluzione improvvisa e ingiustificata del contratto e pressioni volte a ridurre i prezzi della merce. Per dare un’idea dell’importanza di queste misure, cito alcuni numeri indicativi: il settore agroalimentare dà lavoro a oltre 47 milioni di persone nell’Unione europea; il 14% delle spese della famiglia è destinato a prodotti alimentari; le Pmi e le microimprese, che sono particolarmente esposte alle pratiche commerciali sleali, tanto che per queste risulta più difficile sopravvivere sul mercato, costituiscono oltre il 90% del tessuto economico europeo. Mettere al riparo la filiera da pratiche sleali, significa, quindi, salvaguardare posti di lavoro.  Le aziende agricole di piccole dimensioni e a conduzione familiare hanno in sé, per esempio, il potenziale per creare e sostenere l’occupazione nelle regioni isolate o montane.   Dobbiamo quindi intensificare i nostri sforzi per tutelare queste imprese e per difendere questo settore, vitale per la nostra economia. Per garantire pratiche commerciali “sane”, è necessario incrementare le informazioni fornite ai consumatori, attraverso programmi più adeguati di etichettatura e di certificazione, con un processo di formazione dei prezzi al dettaglio il più trasparente possibile, con la creazione e il rafforzamento delle organizzazioni di produttori, di pari-passo al rafforzamento del potere contrattuale degli agricoltori nella filiera alimentare, e all’attivazione di strumenti per le indagini di mercato e di sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari. Tutte misure da collocare  in una realtà tecnicamente e tecnologicamente avanzata.

 L'Agricoltura, infatti, per molto tempo è stata considerata il passato della nostra economia. Oggi, attraverso i giusti investimenti, l'adeguata programmazione strategica  e l'innovazione tecnologica, può essere una risorsa importante per il futuro della nostra terra e dei nostri giovani. 

Sta a noi farlo diventare realtà.

Commenti

  1. Belle parole, purtroppo la forbice tra quello che si dice e quello che è stato messo in pratica dalla politica europea sino ad oggi, a mio avviso, supera spesso il divario di quella dei prezzi.
    "Bisogna creare le condizioni per un ritorno alle campagne"....... come ? Foraggiando palesemente solo i nuovi latifondisti??? Sino ad oggi la politica europea si è sprecata solo a favorire chi più ne ha..... In teoria si dovrebbe avere l'imbarazzo della scelta con tutte le opportunità offerte nei bandi, ma in verità come appena ci si scontra con la realtà delle lungaggini burocratiche, l'austerità delle banche e non per ultimo qualche disonesto impiegato, se non si hanno solide basi economiche che ti permettano di non lavorare qualche anno, per seguire con molta pazienza, caparbietà i documenti, tutto svanisce in una bolla di sapone. Ciò non toglie di continuare a sperare sempre in un futuro migliore.

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