La situazione nelle campagne è davvero critica.
La mancanza di piogge ha determinato nei seminativi raccolti ridotti nel corso del 2017, ma ciò che succederà nel 2018 sarà ancora peggio, poichè moltissime aree essenzialmente cerealicole non vedranno alcun raccolto.
Nelle aree interne, ma anche quelle destinate alla coltivazione di grano, o di erba medica, o di altre colture vernino-primaverile, non ci sarà alcun raccolto, nonostante si sia già seminato da tempo: la mancanza delle piogge non ha fatto germinare i semi, e dove c'è stata qualche pioggia isolata, proprio lì c'è il rischio concreto che le giovani piantine abortiscano per mancanza di acqua sufficiente per farne continuare la crescita.
Le colture arboree stanno ancora peggio: si irriga ancora negli agrumeti della piana di Catania, e irriga chi, ovviamente, ha pozzi privati, o era riuscito ad assicurarsi una adeguata quantità di acqua negli invasi aziendali.
Ma fino a quando questi ultimi potranno continuare ad irrigare?
E con quali costi energetici potranno continuare a farlo?
E soprattutto: nel corso del 2018, ormai alle porte, con quale acque si dovrà irrigare?
Ed il problema non colpisce solo gli agrumeti della piana di Catania; colpisce tutte le colture, arboree ed erbacee, di tutta la Sicilia: dagli agrumeti ai vigneti per uva da tavola, dai pescheti agli albicoccheti, dai carciofeti alle serre, ma anche tutte le colture cerealicole, come detto prima.
La situazione idrica nelle campagne è davvero grave, molto grave.
Ieri il Presidente della Repubblica ha sciolto le Camere.
RispondiEliminaDa domani gli "zanni" inizieranno a mendicare consensi.
Adesso tocca a noi pensare al futuro (siccità compresa)...... e, speriamo che il buon senso prevalga.