Lunedì scorso ho pubblicato il comunicato stampa scaturito dal Tavolo Agrumi tenutosi al Ministero per le Politiche Agricole, e quanto riportato mi lascia "scontento", ma soprattutto pensieroso per una serie di motivi che vanno approfonditi.
- Il Ministero ha deciso "Misure di emergenza: ritiro dal mercato di 4500 tonnellate di arance e distribuzione agli indigenti".
Mi chiedo:
1) quando inizierà il ritiro?
2) quali calibri verranno ritirati?
3) quanto verranno pagate le arance ritirate?
4) verranno stabiliti dei prezzi per calibro, o verrà adottato un unico prezzo per tutti i calibri?
5) chi effettuerà il ritiro?
6) quando verranno pagati i ritiri, ovvero aspetteremo anni come per il "bio 2015"?
7) verrà stabilito un quantitativo massimo per azienda agricola, o un quantitativo massimo ad ettaro?
8) verranno ritirate arance rosse o arance bionde?
9) ma 4.500 tonnellate di arance davvero si pensa che possano tonificare il mercato?
Eh, già; l'ultimo punto ha bisogno di una considerazione a parte: 4.500 tonnellate corrispondono a 450 "vagoni", che sono appena il 10% di quanto molti dei grossi operatori commerciai lavorano in una campagna agrumicola. E siccome la quantità che normalmente viene avviata alla trasformazione industriale supera il 30% (in annate come questa anche il 40%), mi domando quale sia l'effetto "ristoro" di un ritiro di appena 450 vagoni di arance su tutto il quantitativo prodotto.
... domani continua ...
Egregio Dott., è inutile che annovera, passerà presto il 4 marzo.
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