Ma cosa è mancato, prioritariamente, alla agrumicoltura siciliana?
- Una politica regionale che credesse davvero alla coltivazione degli agrumi.
- Una concentrazione dell'offerta, che lasciasse da parte ogni personalismo commerciale, in favore di un marchio unico.
- Una riduzione generalizzata dei costi, atta a favorire la concorrenza nei paesi terzi, ma anche all'interno del mercato nazionale.
- Una promozione istituzionale atta a favorire il consumo degli agrumi, sia allo stato fresco, che come succhi e loro derivati.
- Una innovazione varietale mirata a far esaltare le peculiarità di alcune microzone, sia quelle precoci, che quelle tardive.
- Una programmazione economica che consentisse il ricambio varietale, tenendo conto e prevenendo le problematiche della tristezza degli agrumi.
- Una concreta gestione delle acque irrigue, per favorirne la maggiore diffusione, ed un calo dei prezzi.
Invece abbiamo assistito nell'ultimo ventennio ad una "guerra" interna fra operatori commerciali, che sgomitando fra di loro hanno occupato alcuni spazi delle GDO, quelle stesse GDO che, poi, spesso li hanno costretti a vendere sottocosto, e con artifizi commerciali per nulla graditi sia a loro, che di riflesso ai produttori.
E tutto ciò a discapito della produzione, che si è vista calare i prezzi medi di vendita, a fronte di uno smisurato aumento dei costi di produzione.
E quando avviene ciò ... inevitabilmente avviene un crollo del bilancio aziendale, senza che si possa uscire fuori dalla crisi, con il successivo abbandono degli agrumeti ...
Ancora una notazione negativa, purtroppo: nell'ultimo ventennio abbiamo registrato un costante calo del mercato fondiario, con valori/ettaro spesso ben al di sotto del costo degli investimenti stessi, ma probabilmente "pilotato" per favorire delle acquisizioni "a buon mercato".
Egregio Dott., a mio avviso, può tranquillamente togliere le virgolette dall'aggettivo "pilotato", in quanto è stata una scientifica azione messa in atto da certe personcine. Le stesse che prima di ogni campagna agrumicola facevano cartello per stabilire i prezzi da imporre, in modo da ottenere il massimo ricavo col minimo rischio. Le stesse persone che dallo status di "scartatari", in circa trent'anni , grazie anche ad un sistema che serpeggia sul confine della legalità, si ritrovano possessori di favolosi magazzini e immensi agrumeti.
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