Scorrendo il DDL dei Consorzi di Bonifica siciliani all'art. 3 "l'estensore" riporta "l’intero territorio della Sicilia è classificato in un unico Consorzio di bonifica e di irrigazione ed è suddiviso in ambiti territoriali denominati Comprensori di bonifica e di irrigazione", e poi precisa:
Il territorio regionale è suddiviso in quattro Comprensori di bonifica e di irrigazione, che sostituiscono gli undici comprensori di bonifica e di irrigazione di cui all’articolo 13, commi 1 e 2, della legge regionale n. 5/2014, ed i cui confini coincidono con quelli provinciali così come di seguito indicati:
Il territorio regionale è suddiviso in quattro Comprensori di bonifica e di irrigazione, che sostituiscono gli undici comprensori di bonifica e di irrigazione di cui all’articolo 13, commi 1 e 2, della legge regionale n. 5/2014, ed i cui confini coincidono con quelli provinciali così come di seguito indicati:
a) comprensorio n. 1: Palermo – Trapani;
b) comprensorio n. 2: Agrigento – Caltanissetta – Gela;
c) comprensorio n. 3: Caltagirone – Catania – Enna – Messina;
d) comprensorio n. 4: Siracusa – Ragusa.
La Sicilia, secondo gli ultimi dati disponibili ha 5.026.989 abitanti; bene, io sono l'ultimo di questi e quindi pochissima voce in capitolo, ma il raggruppamento in un unico Consorzio Regionale è uno degli errori basilari di questo DDL.
A seguire, poi, la classificazione dei 4 Comprensori di bonifica e di irrigazione è ancor più errata.
Innanzitutto per le difficoltà di movimentazione territoriale, immaginate un consorziato di Lentini che debba andare a Ragusa per discutere delle sue problematiche, o viceversa, che impiega nella "trazzera asfaltata" della Catania Ragusa oltre un'ora del suo tempo per andare ed altrettanto per tornare, o peggio quello della zona di Messina debba andare a Caltagirone, o viceversa, in "appena" 3 ore ad andare ed altrettante a tornare.
Poi ... ma che ne sanno quelli di Gela delle problematiche della rete irrigua di Agrigento, o faccio un altro esempio: che ne sanno a Messina che nella zona di c.da "Stimpato" l'acqua per irrigazione viene gettata nel Dittaino, e poi prelevata dagli agricoltori a spese proprie e con mezzi propri, considerato il fatto che lì la rete irrigua non esiste più?
E potrei citare altre decine e decine di casi "anomali".
E potrei citare altre decine e decine di casi "anomali".
L'articolo 3 del DDL, caro "estensore" (o consulente gratuito) è a dir poco deprimente, e consentirà due sole cose: allontanare ancor di più l'utenza consortile e creare disagi agli uffici stessi che dovranno gestire le reti irrigue, e scolanti.
Mah!
Commenti
Posta un commento