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AGEA sotto accusa per la convenzione CAA, 3° puntata

Quando si dice "la testa dura come quella di un mulo".
Nonostante l'Agea abbia tutti contr, nonostante la nuova Convenzione non piace, ecco che, a dimostrazione che l'Agea agisce come fosse un ente totalitario (loro scrivono monocratico), si accorge del "tiro incrociato" sulla Convenzione, ma non torna indietro sui suoi passi.
Infatti in data 23 novembre scorso emette un comunicato stampa, che definirlo arrogante è poco.
Lo pubblico qui sotto, in formato grafico, ed in copia/incolla in versione testuale.
Recenti dichiarazioni contenute in alcuni comunicati stampa e note diffuse in questi giorni sul tema della nuova convenzione Agea – CAA, spingono a doverose e obbligatorie puntualizzazioni per  impedire  il  rischio  di  fraintendimenti  a  danno  del  corretto  svolgimento  delle  funzioni proprie di AGEA. 
La clausola in contestazione si pone nel quadro delle scelte strategiche avviate dall’Agenzia, in relazione alla evoluzione dei sistemi tecnologici di rilevazione dei dati e di digitalizzazione dei 
processi  e,  al  conseguente  arricchimento  delle  informazioni  del  fascicolo,  anche  nella prospettiva della nuova programmazione comunitaria post 2020 e, della necessità di rafforzare la funzione e l’utilizzo dei dati degli agricoltori contenuti nel SIAN, riconosciuta come banca dati di interesse nazionale, attraverso la quale Agea eroga oltre 5 miliardi di risorse pubbliche annue e, quindi, degna della massima tutela possibile anche in relazione alla sensibilità dei dati in essa contenuti. 
In questa prospettiva si è inserita la necessità di: una rigorosa disciplina degli accessi al sistema informativo  agricolo  nazionale  (SIAN)  rispetto  alla  quale,  già  nel  2018,  è  stata  modificata  la modalità di accesso, passando dalla vecchia password all’identità digitale Spid; ed una corretta e  controllata  procedura  di  erogazione  degli  aiuti  che  ha  visto  Agea,  tra  l’altro,  avviare  due progetti  di  collaborazione  con  il  Ministero  dell’Interno  nell’ambito  del  Programma  operativo legalità. 
Ciò premesso, occorre precisare che Agea non ha alcuna intenzione di escludere dall'accesso al SIAN  2.500  professionisti;  inoltre,  è  opportuno  ricordare  che  ad  oggi  gli  accessi  al  Sian autorizzati da Agea agli operatori dei CAA per le funzioni delegate, sono in totale circa 3.500 e che, di questi, meno di mille fanno riferimento a professionisti iscritti ad Albi e Collegi, molti dei quali  già  dipendenti  di  CAA.  È  anche  opportuno  precisare  che,  ad  oggi,  i  CAA  che  fanno riferimento  a  vario  titolo  agli  Albi  e  Collegi  gestiscono  meno  del  6%  del  totale  dei  fascicoli aziendali di Agea. 
Al fine di chiarire poi il carattere eminentemente istituzionale e la natura organizzativa della scelta convenzionale adottata da Agea, si sottolinea che la stessa consente di garantire che i  soggetti  privati,  preposti  all'esercizio  di  attività  amministrative  di  competenza  di  un  Ente pubblico, assicurino il rispetto del principio di imparzialità amministrativa. I Centri di Assistenza Agricola  operano  su  delega  di  Agea  Ente  Pubblico  e,  pertanto,  debbono  garantire  assetti organizzativi e funzionali conformi a quelli che la legge italiana pone a carico delle pubbliche amministrazioni in materia di imparzialità e conflitto d’interessi. 

È proprio questo uno degli obbiettivi chiari di questa nuova convenzione: più trasparenza nel rapporto  tra  l'esercizio  di  funzioni  pubbliche  e  l'attività  di  consulenza  privata,  minori  rischi sistematici  nella  gestione  di  attività  che  debbono  essere  caratterizzate  dal  perseguimento dell'interesse  generale,  consistente  nell’uso  proprio  delle  risorse  finanziarie  destinate 
all’agricoltura. Quindi: massima protezione possibile del sistema economico agricolo. 
Da  tutte  le  considerazioni  che  precedono  discende  la  necessità  che  i  Centri  di  Assistenza Agricola dispongano di un assetto organizzativo stabile e coerente con una gestione accorta di ingenti  flussi  di  denaro  pubblico,  fondato  sull'utilizzo  trasparente  di  contratti  di  lavoro subordinato per assicurare certezza e continuità nell'esercizio di ruoli, funzioni e responsabilità, a garanzia di tutti.  
Dal  punto  di  vista  socio-economico,  questa  scelta,  necessaria  e  doverosa,  non  fa  altro  che favorire la stabilizzazione di migliaia di persone oggi impiegate con contratti occasionali.  Pur 
non essendo questo l’obbiettivo principale perseguito da Agea, è chiaro che la stabilizzazione di un numero elevato di figure professionali appare un bene prezioso per l’intero sistema agricolo, un passo avanti nella direzione di un modello organizzativo più moderno, efficiente e adeguato alla realizzazione di un salto di qualità del lavoro in agricoltura. 
Alla  luce  del  tenore  istituzionale  delle  ragioni  in  argomento,  appare  del  tutto  improprio  il tentativo di delegittimare la scelta gestionale amministrativa compiuta, la Convenzione, infatti, costituisce  il  principale  strumento  di  regolazione  dei  rapporti  tra  Agea,  Ente  pubblico  non economico, e i Centri di Assistenza Agricola, soggetti privati delegati allo svolgimento di funzioni pubbliche. 
Nel  pieno  rispetto  delle  prerogative  di  ciascuno  dei  soggetti  intervenuti  in  questi  giorni  su questo  tema,  occorre  evitare  il  rischio  di  ledere  l'autonomia  organizzativa,  finanziaria  e contabile di un Ente pubblico che è, a sua volta, garantita dalla legge. Ciò perché ogni ostacolo o ritardo nell'adozione di scelte organizzative e strategiche necessarie all'efficacia, efficienza e al  buon  andamento  della  pubblica  amministrazione,  non  può  considerarsi  una  conseguenza giustificata  dalla  fisiologica  dialettica  che  caratterizza  il  confronto  di  opinioni  su  scelte  che debbono, tuttavia, restare assoggettate a valutazioni eminentemente tecniche. 
Le ragioni di Agea, oggetto di contestazione, sono ampiamente motivate, giustificate e coerenti anche con la regolamentazione Comunitaria, in ragione del fatto che rientra nei compiti della Stato  Italiano  garantire  il  corretto  esercizio  delle  funzioni  delegate  e,  della  Commissione europea controllare che ciò avvenga, pena pesanti correzioni finanziarie in capo ai contribuenti italiani. 
Sul  piano  dell'ordinamento  interno,  giova  ricordare  inoltre  che,  sulla  base  di  un  percorso ampiamente  partecipato,  sia  a  livello  istituzionale  che  politico,  le  scelte  contenute  nella convenzione  sono  state  corroborate  dai  necessari  approfondimenti  tecnico-giuridici  e, soprattutto,  dal  parere  specificamente  e  formalmente  reso  dall'Agenzia  Nazionale  per  la Concorrenza ed il Mercato (AGCM) che ha valutato positivamente l'intervento organizzativo di Agea. 

Commenti

  1. Dottore Vigo una cosa e molto logica e chiara....i nostri soldi devono andare a quelle poche associazioni di sindacati e ladri.il discorso e riassunto tutto così....non e agea ma sono quei pochi sporchi e luridi sindacati che si mangiano tutto il nostro guadagno

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