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Le letterine di Lina Arena - dopo la Pandemia bisogna cambiare l'ambiente. Ma come?

 Pubblico un'altra delle "letterine dell'avv. Lina Arena".

L'incalzare delle notizie sulle devastazioni provocate dal COVID fanno il paio con quelle che, provenienti da veri esperti, suggeriscono  un mutamento di vita ed  un cambiamento radicale nello sfruttamento dell'ambiente. Non si contano i danni  arrecati ai mari, agli oceani, ai fiumi, ai laghi. Incutono timore la devastazione delle foreste , lo sterminio degli animali, l'inquinamento dell'aria. Nonostante tutto, permane lo sfacelo dell'ambiente. I rifiuti , abbandonati dai consumi, avvolgono tutto. La plastica non  cessa di rivestire tutto. Anche il fondo del mare. Il fumo e le polveri sono aumentati. I nostri polmoni non possono espellere  ciò che ricevono. Assorbiamo tutto e siamo financo felici quando i rifiuti diventano anche abbondanza. Ricchezza. Capacità produttiva e di guadagno. Orbene, come conciliare questi opposti? Come provvedere per mantenere la vita in un ambiente costruito in funzione della morte? Come limitare il godimento dell'essenziale? Le risposte da parte degli esperti non ci vengono lesinate. Ci sono. Riempiono le pagine dei giornali. Ma non vengono ascoltate perchè  la politica e l'impresa  che hanno il dominio sull'ambiente non hanno interesse a limitare la fonte del potere e del danaro.Comprendo che è molto difficile  impedire le discariche perchè nascondere, a  caro prezzo, i resti del consumo significa anche limitare i guadagni di chi scava e nasconde. Bruciare o meglio mandare in fumo i resti dei beni consumati è impedito dalla voce " profitto" che riempie di soldi le banche e le casseforti dei divoratori di spazzatura. Costruire i Termovalorizzatori o adottare gli strumenti che altri popoli  civili adoperano da tempo e che mettono in funzione nelle stesse aree cittadine è solo un sogno. Si dice ma non si fa nulla  per attualizzarli. Pare che  intacchino i ricavi dei proprietari delle discariche e per conseguenza dei politici che autorizzano le discariche.Sono, queste ultime,  strumenti di potente inquinamento e distruzione ambientale .Ma , nonostante ciò, devono restare  nei siti a seppellire montagne di avanzi e di veleni.  Con l'anno venti del secondo millennio solpraggiunge la pandemia . Si cercano le cause di tanto disastro. Le mortalità non si contano. la rovina ambientale  è sotto gli occhi di tutti . La denuncia è globale. Al nord è spuntata  Gretina; al sud le Sardine hanno acquistato la parola ;i Verdi hanno fatto capire che esistono ancora.Ma nulla viene fatto per un cambiamento di rotta. Cemento ed aree edificabili  sono sulla bocca dei politici  ed il mattone viene ritenuto  lo strumento solutore delle crisi  sistemiche. Gli architetti e gli ingegneri che da sempre hanno creato in terra le Nuvole che stanno in cielo ,dettano soluzioni. Dicono di  essere come la provvidenza divina che interviene quando il malessere aumenta.Ma il loro intervento procura più danni che benessere. L'antico viene conservato o mandato in malora  mentre i nuovi spazi vengono occupati da casermoni  anonimi  destinatì solo a forare il cielo ed a creare polveri malsane.  A questo punto, dopo un anno di vita della pandemia, chiedo ai predicatori di vita: come realizzare il cambiamento del clima e dell'ambiente ? I  Centri megagalattici oppure i palazzi a venti piani  che vita avranno? Sono considerati ancora la salvezza per la ripresa dell'economia oppure  saranno legati ad una gestione dell'economia  che dell'ecologia abbia le regole? 

Lina Arena  


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