Pubblico l'ultima "letterina" ricevuta dall'avv. Lina Arena.
Le chiedo ospitalità al fine di unirmi al coro dei ricordi sulla figura e l'operato dell'architetto Giacomo Leone , scomparso 5 anni or sono. Lego questa mia iniziativa al fatto di aver avuto la fortuna di frequentare, in gioventù, lo studio di via Reclusorio del Lume ,dove il nostro architetto dava ospitalità a gruppi di appassionati alle vicende urbanistiche del territorio per spiegare ,da specialista qual era, l'importanza degli strumenti tecnici e giuridici per il governo della città. Ricordo che si parlava di piani regolatori, di regolamenti edilizi, di organi competenti a deliberare in materia e soprattutto a specificare il valore e l'importanza degli standard urbanistici , approvati con il famoso DM 2 aprile 1968. L'abilità oratoria dell'architetto Leone lo conduceva a contestare con garbo ma inusitata violenza verbale le posizioni di quanti volevano affidare alla potenza del mattone il privilegio di occupare gli spazi vuoti delle città. E non demordeva dalla sua posizione pur se esile nella figura ma poderoso nelle sue affermazioni sulla bellezza di un'architettura programmata sull'onda del ricordo del passato e la previsione di un futuro affidato alla felicità del vivere civile. Mi piace ricordare soprattutto l'interesse di questo artista della natura a radunare quanti , pur se di diverso orientamento politico, avvertissero l'interesse a discutere il valore e le norme regolatrici dell'abitare insistendo sulla necessità di applicare le conoscenze della tecnica con i principi del diritto universale a governare il suolo senza i privilegi pestiferi che genera la " moneta".
Lina Arena
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