Forse un tempo si era meno litigiosi, o forse bastava una stretta di mano per sugellare un accordo.
Certo è che oggi le liti sui confini sono cresciute a dismisura.
Troviamo spesso alberi di ulivo centenari posti in qualche "vertice" o troviamo un filare di ulivi che segna sui luoghi il confine fra due fondi contigui.
Chi piantò quelle piante sapeva bene cosa segnassero, e quale fosse il confine, ma chi è arrivato dopo (parenti o acquirenti) si sono ritrovati una situazione dei luoghi senza sapere bene cosa quella determinata pianta, o quel determinato filare significasse.
E qui cominciano le liti: quel filare di ulivi era stato posto proprio sul confine, o era tutto da uno o dall'altro?
E se il filare fosse stato posto proprio sul confine particellare, la raccolta delle olive va fatta a metà e a metà? E la potatura va fatta a metà e a metà?
Liti su liti, parole su parole, e poi si alzano gli insulti, che diventano calunnie e ... tutto per qualche metro quadro di terreno agricolo ...
Quando poi arriva invece un nuovo vicino, ovvero si insedia nel terreno limitrofo un acquirente, ecco che la lite si innalza di tono perchè spesso il nuovo che arriva vuole vederci chiaro sul confine, ed inizia a far fare misurazioni strumentali, ma l'altro ... comincia a dire "mio padre ... mio nonno diceva ..." e vai di racconti fantasiosi, che sfiorano le leggende.
Il bello è che prima di sfociare in una lite giudiziaria quei racconti fantasiosi divengono quasi realtà per chi li racconta, cioè alla fine il proprietario "vecchio" ci crede anche lui a ciò che ha riferito, nonostante parta da una fantasia ... asserendo pure che la strumentazione topografica "non conta nulla".
E qui la cartografia non ci aiuta, perchè spesso è la prima cosa errata nella definizione dei confini.
Quando si ci trova in una situazione del genere, ovvero quando il bandolo della matassa non viene a capo, ecco che il Buon Tecnico deve fare emergere il "Salomone" che c'è in lui, proponendo soluzioni che spesso si discostano dalla tecnica.
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