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Sui rimborsi dei danni in agricoltura, 3° puntata

Oltre a quello che ho scritto nei giorni scorsi, dopo tre anni dall'evento avviene la "cancellazione coatta", ovvero tutte le istanze non pagate, sia per mancanza di fondi che per ritardi delle varie amministrazioni a trasferirli, vengono archiviate e non saranno più pagate.
Una vera e propria mannaia sulla testa degli agricoltori, che mai più vedranno risarciti i propri danni, nemmeno quelle briciole derivanti da una totale disattenzione politica.
E da dove deriva questa archiviazione coatta?
Il Regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione, del 25 giugno 2014 , che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e che abroga il regolamento della Commissione (CE) n. 1857/2006 all'articolo 30, comma 4 recita:
"I regimi di aiuto connessi a una determinata calamità naturale sono adottati entro i tre anni successivi alla data in cui si è verificato l'evento.".
Quindi tutto discende da un regolamento UE.
E chi l'ha votato questo regolamento? Sicuramente quelle nazioni del centro nord Europa dove tutto funziona, o è stato votato anche dai nostri europarlamentari?
Comunque sia, chi l'ha votato non aveva idea delle tempistiche italiane nella definizione delle istanze degli agricoltori.
Così anno dopo anno migliaia di pratiche vengono buttate nel cestino.
E così nei giorni scorsi è scaturito l'ennesimo avviso dell'Assessorato Agricoltura della nostra regione, avviso di archiviazione di massa (o coatta) di tutte le istanze non pagate.
Qui sotto l'avviso.



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