Il 22 luglio scorso mi sono recato al centro vaccinale di Via Forcile, a Catania, lì dove un tempo c'era il mercato ortofrutticolo, e lì dove mi avevano somministrato la prima dose del vaccino AstraZeneca.
La prenotazione ricevuta era per le 08.05, quindi arrivo con anticipo verso le ore 7.25 e già erano presenti una ventina di persone, divise in due file diverse.
Nel cercare di andare nella fila giusta tento di leggere un cartello apposto in modo grossolano su di una transenna, e con la scritta sbiadita "FILA ASTRAZENECA".
Una indicazione da terzo mondo; con tutti i soldi che spendono per queste vaccinazioni, un cartello decente avrebbero pur potuto metterlo e, comunque, una "ripassata" alle scritte sarebbe stata certamente indispensabile.
Ma siamo a Catania e ... si sa ... si vede di tutto.
Così mi metto in fila, e conto le persone prima di me: sono in dieci.
Non nascondo che ho cercato "l'omino" dell'altra volta, quello che mi aveva detto alla somministrazione della prima dose di passare avanti "chissacciu sa a mè dosì jè chidda ca fà moriri" (traduzione "e che ne so io se la mia dose è quella che fa morire"), ma non c'era, e non l'ho visto durante tutto il percorso e le attese in questa seconda somministrazione del vaccino.
Però ho visto e sentito altro, che racconterò nei prossimi giorni.
Inizia, quindi, l'attesa per la seconda somministrazione, con orario di entrata tra le 08:00 e le 09:00, e prenotazione "automatica" alle ore 08.05.
... continua ...
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