Passano i minuti e le due file "Pfizer" e "AstraZeneca" si "ingrossano", con chi comincia a lamentarsi che la prenotazione che aveva era per le 07.50; un signore dietro di me ripeteva a tutti "ma su jù sugnu signatu all'ottu menu reci comu mai nun mi stanu facennu trasiri, ma jè giustu?" (traduzione "ma se la mia prenotazione è alle 07:50 come mai ancora non sono dentro? è giusto?") e continuava "sti cunnuti tenunu chiusu e nuatri cà ad arrustirini i corna o suli" (traduzione "queste persone, le cui moglie non sono certamente fedeli, non aprono ancora e noi qui ad arrostir le nostre "corna" al sole).
Il tutto, però alle 7.45, quando il sole sì c'era, ma ancora tutto questo caldo non c'era proprio.
E proprio alle 7.45 arriva una Fiat Punto dei Vigili Urbani di Catania, con all'interno un solo Vigile Urbano.
L'auto passa, rallenta, e si dirige più avanti, posteggia.
Scende il Vigile Urbano, messo all'ombra e sta lì lontano, a far che non si sa.
Ed è rimasto lì per tutto il tempo prima che entrassi, ma quando sono andato via, alle ore 09.10, era ancora là.
Alle 7.50 esce uno della vigilanza e grida sbracciando "Allora signori! Chi deve fare il vaccino AstraZeneca faccia la fila da questa parte a sinistra, e chi deve fare il vaccino Pfizer faccia la fila da questa parte a destra. Chi è prenotato dalle 8 alle 9 lo facciamo entrare, chi è prenotato dalle 9 alle 10 lo rimandiamo in fila. Avete capito? Non lo dirò più!".
A questo punto le persone iniziano a migrare da una fila all'altra, e a lamentarsi.
Quello dietro di me gli grida "ma jà c'avatrasiri ora 'cajaffari?" (traduzione "ma io che dovevo entrare alle 7:50 che devo fare?"), e sventola la prenotazione.
L'omino non risponde e rientra, chiudendo i cancelli.
E si sente "stu cunnutu, ma l'avi 'u rulogiu?" (traduzione "questo signore, la cui moglie non è fedele, ce l'ha l'orologio?").
Passa ancora qualche minuto e ... siamo almeno duecento persone, distanziamento zero ... mascherine al 50% posizionate bene, il 45% posizionate solo sulla bocca, e il 5% "non posizionate affatto", ovvero gente senza mascherina.
Una signora, accompagnata dalla figlia tenta di mettersi all'ombra e, preoccupata, chiede alla figlia "non è che saltano la fila?".
La figlia la rassicura dicendole "ci sono io qua".
La signora mi guarda, preoccupata come se le volessi fregare il posto ed io le dico "signora non si preoccupi, lei è prima di me, quindi farò da muro a chi volesse scavalcare la fila".
La signora ha ringraziato e si è allo0ntanata di una decina di metri.
A questo punto il signore dietro di me dice "sti cunnuti, nun c'ha putevunu mettiri na specie di tenna o di cappottina pù suli? chissemu ntà svizzera o ntà gemmania ca u suli no è comu cà?" (traduzione "questi con le mogli infedeli non potevano installare una specie di tenda o di cappottina per farci riparare dal sole? noi non siamo in svizzera o in germania dove i raggi solari non hanno lo stesso effetto che hanno qua".
A questo punto mi giro e rispondo "guardi che qui siamo in mezzo alla strada e non possono montare niente, inoltre qua quando piove l'acqua arriva a mezzo metro di altezza; ci vorrebbero i canotti".
Lui risponde "a virità, macari i gondoli ci vulissiru, jè ca Bianco no c'avi a fozza di falli sti cosi" (traduzione "vero, ha ragione, ci vorrebbero le gondole; ma il sindaco Bianco non ha l'abilità di farle queste cose".
E io rispondo "guardi che Enzo Bianco non c'è più, ora c'è Salvo Pogliese".
Lui mi guarda e dice "cascau Bianco? vabbè tutti i stissi su" (traduzione "Enzo Bianco non c'è più?, e va bene sono tutti gli stessi").
... domani continua ...
È possibile assiste a questi teatrini folkloristici un po' ovunque nei centri vaccinali dell'isola, organizzati spesso a "copricapo di zio Vincenzo"
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