Tempo fa mi lamentai, e non poco, sull'utilizzo in "sedi istituzionali" della piattaforma Zoom per effettuare le videoconferenze, richiedendo "in via ufficiale", anche per PEC, l'utilizzo di altre piattaforma, come Meet o Teams, fintanto che non fossero state migliorate le "condizioni di sicurezza" della piattaforma Zoom.
La risposta ... beh ... non ci fu risposta, come del resto su moltissime altre cose ... peccato. Occasioni perdute per sempre.
Ma oggi, però, i timori sulla sicurezza dell'utilizzo, almeno nella fase iniziale di grande espansione all'inizio della pandemia, sono stati confermati.
Zoom ha risarcito la bellezza di 86 milioni di dollari a chi aveva fatto causa per la violazione della privacy, e ciò solo negli Stati Uniti d'America.
Una delle "falle" nella sicurezza, proprio in quel periodo segnalato da me, era il così detto "zoombombing", che altro non è che l’intrusione indesiderata di hater o troll all’interno di una teleconferenza, con grida, suoni striduli, materiale esplicito o violento.
Oggi, in seguito all'intervento sulle "falle" del sistema, la piattaforma Zoom è molto più sicura.
E ... chi "ha orecchie da intendere, intenda".
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