Oggi voglio sollevare un problema, che è quello delle conseguenze dei lapilli dell'Etna sulle coltivazioni di uva, poste nelle zone pedemontane, peraltro tutte interessate, chi più chi meno, dalla pioggia di lapilli e di cenere dell'Etna durante i vari parossismi.
Durante i vari parossismi, nei quali l'Etna ha "sparato" lapilli di varie dimensioni, avviene l'accrescimento degli acini.
I lapilli, che si frappongono fra gli acini, rimangono in maggior parte lì, anche se c'è del vento. Deve esserci un vento fortissimo, o una pioggia torrenziale per far sì che la maggior parte dei lapilli venga eliminata.
Purtroppo i lapilli che rimangono imbrigliati fra gli acini fanno sì che durante l'accrescimento degli acini che questi ultimi vengano letteralmente "forati" dai lapilli ed avvengono fenomeni di marcescenza, che rovinano parte di un grappolo, o addirittura tutto il grappolo, con la conseguenza che parte della produzione si perde.
E di ciò fino ad oggi non ho visto alzare un dito da parte delle istituzioni, men che mai da un assessore all'agricoltura che, da ragioniere, non immagina nemmeno quale sia l'impatto negativo di questa problematica, anche se questo fenomeno interessa un territorio vastissimo.
Aspettiamo tempi migliori, dando voto uguale a zero (0) a questo assessore all'agricoltura.
Io direi che anche qualche punto meno di zero si potrebbe fare....diciamo almeno 5 p lounti?
RispondiEliminazero proprio....ma proprio proprio...il nulla
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