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Odissea per un tampone - europa dove sei che non ti vedo

Prendo spunto per ribadire che l'Europa non è qui.
Ma è mai possibile che per un tampone si debba aspettare nove ore, così come leggo in una email di lamentela pubblicata oggi sul quotidiano La Sicilia?
E' mai possibile che non riusciamo a far funzionare le cose?
E' mai possibile che l'approssimazione esista anche nelle cose basilari, quale sia l'organizzazione di un sistema di prevenzione e controllo sanitario, anche se di emergenza?
Ricordo che, anche se l'ho raccontata come cosa da ridere, quando andai a fare il vaccino, la prima dose, eravamo in quattro, solo quattro persone, ed ho impiegato quasi due ore, per una operazione da nemmeno un minuto.
Montagne di carte per registrarsi a fare i tamponi, montagne di carte per fare i vaccini e soprattutto ... quella che si esaurisce è la pazienza.
E vogliamo parlare delle "prenotazioni"??
Mi prenoto online e ricevo un giorno ed un orario, che vengono disattesi: si attende ore ed ore. Ma allora a che serve la prenotazione?
E delle file infinite (con assembramento micidiale) ne vogliamo parlare?
E delle attese "all'acqua ed al vento"? Ne vogliamo parlare?
Persone in piedi ore ed ore, senza possibilità di proteggersi dal vento, dalle piogge, dal sole ... abbandonati per la strada come cani abbandonati in autostrada: uguale. Abbandonati per ore lì, ad attendere.
E la lettera pubblicata oggi parla chiaro: nove ore per un tampone!
Vero è pure che è scoppiata la psicosi da tamponi, ma non ci nascondiamo dietro un dito: organizzazione pessima, toccata con mano da tutti!

Ma veramente "Europa dove sei che non ti vedo"!
 

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