Ricevo da un collega e pubblico.
Caro Corrado in allegato troverai un articolo pubblicato, solo e unicamente sulla Repubblica edizione di Palermo, che spiega che fine fanno le nostre tasse.
Mi chiedo se siano gli evasori parassiti societari o tutto il sistema Stato, Regioni, Province, Comuni etc.
Cordialmente XXXX YYYY
Qui sotto c'è il testo integrale dell'articolo.
PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei
suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari,
assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca
spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima),
nell'isola del sole c'è la neve.
Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale?
Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di
Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e
ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario
Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano
liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte,
che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari
a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.
Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori
hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha
continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto
all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi).
Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava,
spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava.
Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto,
l'apice dello sforzo: duecento ore.
Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha
bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di
straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria,
davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno
aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario
nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia
il disgelo di fine estate).
Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà
davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua
causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.
(29 settembre 2011)
...e chissà cosa succede quando scopriranno delle spese sostenute per il sostentamento degli asini volanti... (ci saranno sicuramente se si paga una macchina fotografica al prezzo di due).
RispondiEliminaSecondo me però hanno sbagliato a scrivere l'impegno di spesa non era per spalare la neve ma per spalare la farina... :)
... ed ancora non è finita
domenica alle 21 su raitre nel programma 'presa diretta' parlano della crisi dell'agricoltura e della speculazione che sta eliminando i piccoli produttori....nel promo del programma cè un produttore di cereali che si lamenta del prezzo basso e dei grossisti di frumento....magari si dà piu spazio a questa notizia nel blog.....
RispondiEliminaIl superpensionato Amato a Bankitalia?
RispondiEliminaPare che il pensionato d'oro Giuliano Amato (31mila euro al mese, 9 mila come ex parlamentare, 22mila dall'Inpdap) sia candidato a diventare il nuovo governatore di Bankitalia.
Vi ricordate il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari.
Andiamo bene !
E' notizia di questi giorni, che la giunta regionale ha finalmente trovato il modo di risanare il bilancio.
RispondiEliminaE come? penserete voi.
Riducendo le esorbitanti spese inutili? Dimezzandosi i compensi o le pensioni ( che gli spettano dopo solo due anni di mandato)?
No!
Le eminenze grigie della giunta regionale hanno pensato bene di mettere una tassa su turismo.
Istituire balzelli a carico dei turisti che arrivano nell’isola per via aerea o per mare; e far pagare una tassa di soggiorno fino a 5 euro a chi pernotta in un albergo siciliano.
Ed è una cosa buona e giusta.
Tutti in Sicilia, turisti e isolani, usufruiscono di innumerevoli servizi che ci rendono famosi in tutto il mondo.
Strutture di accoglienza ,servizi di informazioni, di segnaletica, musei e monumenti sempre apertii; strade sempre pulite , elevata presenza di servizi igienici pubblici.
Per non parlare della rete viaria regionale, dei favolosi mezzi pubblici che permettono di collegare in appena sei ore per esempio Trapani con Messina.
Senza dubbio questa proposta inserita nella finanziaria regionale servirà a rilanciare il settore turistico.
Sono già milioni i turisti che leggendo la notizia hanno già prenotato il loro soggiorno sull'isola, felici di poter contribuire a pagare i compensi ad un'esercito di consulenti esterni.
Qualcuno è anche disposto a regalare la sua macchina fotografica.
E siccome ritengo giusto che anche i siciliani debbano contribuire, paghiamola pure noi la tassa di soggiorno anche quando dormiamo a casa e non solo quando andiamo in albergo.
Del resto sono soltanto 5 euro al giorno.
Al costo di 5 caffe al giorno possiamo fare felici tantissime persone assicurando loro compensi per consulenze esterne, premi produzione e caxxate varie.
Nino