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Un colpo d’ascia!

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Il Presidente del Consiglio incaricato Mario Monti pare voglia azzerare il Ministero dell’Agricoltura.
Sono insorti in molti: giustissimo!
L’agricoltura è uno dei settori portanti dell’economia italiana, fatta di piccole, medie e grandi imprese, fatta da instancabili lavoratori, fatta da gente modesta che lavora 365 giorni all’anno, che non riceve una pensione adeguata, che non riceve più nulla (leggasi risarcimento danni in caso di calamità), che stenta a far quadrare i conti e fa, ognuno nella propria azienda agricola, il “vero miracolo economico italiano”: ogni agricoltore a fine anno con difficoltà alla fine dice a se stesso “quest’anno è andata”, e senza chiedere cassa integrazione guadagni, e senza avere nulla.
In cambio di ciò … riceve dalla Burocrazia regalìe quotidiane …
La soppressione del Ministero all’Agricoltura è un colpo d’ascia mortale per una economia che … comunque … va avanti … nonostante tutto!

Commenti

  1. Fosse vero sarebbe una follia...

    sarebbe più giusto fare ruotare (o talvolta cacciare) le "menti pensanti" che hanno avuto la fortuna di occupare poltrone pesanti e che eccetto curare i propri privilegi (... come se fossero diritti acquisiti), non hanno fatto abbastanza per il settore più importante dell'economia dell'Italia.

    Ricordiamoci che il pesce puzza sempre dalla testa...

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  2. Antonio Segni, Amintore Fanfani , Rocco Salomone, Giuseppe Medici, Emilio Colombo, Mario Ferrari, Aggradi,Mariano Rumor, Bernardo Mattarella, Franco Restivo, Giacomo Sedati, Athos Valsecchi, Lorenzo Natali, Antonio Bisaglia, Giovanni Marcora, Giuseppe Bartolomei, Calogero Mannino, Vito Saccomandi, Giovanni Goria, Giovanni Angelo Fontana,Alfredo Luigi Diana, Walter Luchetti , Michele Pinto, Paolo De Castro, Alfonso Pecoraro Scanio, Giovanni Alemanno, Luca Zaia, Giancarlo Galan , Francesco Saverio Romano, Mario Catania.
    Questo l'elenco dei ministri dell'agricoltura dal dopoguerra ad oggi.
    La maggior parte avvocati solo qualche agronomo.
    Molti non sapevano nemmeno cosa stessero facendo,alcuni erano dei veri criminali, qualche altro ha fatto solo dei danni.
    Uno era un genio in campo agricolo, su alcuni suoi testi, datati 1934 e 1948 abbiamo studiato in tanti ed ancora oggi vengono adottati.
    Qualcuno è stato solo un tornacontista.
    Comunque nel bene e nel male dobbiamo ringraziare loro per le condizioni in cui ci troviamo.
    L'ultimo ministro è un dirigente del MIPAF.
    Dovrebbe essere un buon viatico una simile provenienza.
    Speriamo che non sia come i nostri dirigenti generali del dipartimento Interventi strutturali e del dipartimento Interventi infrastrutturali.

    Nino

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  3. non credo che la mancanza di un ministro dell'agricoltura possa costituire un dnno. Piuttosto sarà un beneficio perchè scompare la figura del benefattore di Stato. Pussa via !!!Le campagne libere da intrecci politici? una rarità.

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  4. Di tutti i ministri l'unico che i pare salvabile è questo Catania (sarà per il cognome, non certo per il nome). Mi faccio ingannare dal fatto che non lo conosco?!


    ROMA, 17 novembre (Reuters) - Per il nuovo ministro dell'Agricoltura Mario Catania la priorità del dicastero è il negoziato per la nuova Politica agricola europea (Pac), che dovrà riformare il settore Ue dal 2014.

    "Le sfide alle quali è chiamato il governo sono impegnative", ha detto Catania ai dirigenti del ministero, come si legge in un comunicato.

    "Per il nostro comparto, in questo momento, è particolarmente rilevante il negoziato per la nuova Politica agricola comune che ci impegnerà per il prossimo anno con i nostri partner europei".

    Catania, prima di assumere la guida del ministero, era direttore delle Politiche comunitarie e internazionali di mercato del dicastero, e ha lavorato anche come esperto per conto della delegazione italiana presso la Ue.

    La Commissione europea ha presentato le proprie proposte per la riforma della Pac a inizio ottobre. L'idea di Bruxelles è quella di mantenere sostanzialmente lo stesso livello di spesa, 55 miliardi di euro l'anno, fino al 2020, modificando però la politica delle sovvenzioni alle aziende agricole di grandi dimensioni e ponendo obiettivi ambientali agli agricoltori.

    Ma il piano della Commissione sembra non piacere ai maggiori stati agricoli. Germania e Francia hanno lamentato l'eccessivo peso sui loro agricoltori. L'ex ministro italiano Romano ha giudicato "insoddisfacente" la proposta che, secondo la stessa Ue, priverebbe l'Italia di fondi per 285 milioni di euro.

    Prima di essere attuata, la riforma deve essere approvata dal Consiglio europeo e dall'Europarlamento.

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