C'è davvero da chiedersi dove sta la verità!
Da un lato tutti i produttori agricoli, parlo per tuta l'ortofrutta, che si lamentano che i prezzi di vendita dei propri prodotti sono davvero esigui. Dall'altro lato gli operatori commerciali che si lamentano di mon avere alcun guadagno. Poi la GDO che dice che è in perdita, anche se incassa quotidianamente una montagna di denaro "liquido"-
Per ultimo il consumatore che giustamente si lamenta di acquistare l'ortofruta a prezzi irragionevoli.
Ma allora, mi domando, chi guadagna questa imoonente massa di denaro? E davvero imponente è se cinsideriamo che un prodotto acquistato a 15 centesimi di euro viene, dopo i va di passaggi, rivenduto a 2,50-3,00 euro al chilo!
Chi mente fra tutti?
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
mentono tutti tranne il contadino.Bisogna fare la RIVOLTA come la feittata.
RispondiEliminaMi chiedo di questo passo quanto potrà durare. Agricoltori contro commercianti, commercianti che strozzano gli agricoltori, in tutto questo la GDO ci sguazza ed è riuscita a frammentare ancora di piú l'offerta. Non si è ancora capito ce è giunta l'ora di fare muro o se volete asse trasversale tra produzione e commercializzazione per poter dettare le regole!
RispondiEliminaIo invece mi chiedo, se i commercianti sono in perdita perchè vengono strozzati dalla GDO, come mai ogni anno comprano ettati ed ettari di terreni, macchine nuove( costosissime), ed invece gli agricoltori vendono terreni e girano con macchine vecchissime!!?? Rispondendo al sign. Russo volevo dire che a €. 0,15 gli do tutte le arance che vuole, alla condizione che su 10.000kg ci sono solo 500Kg di cal 6 cioè cal 90 e 400Kg di cal 4 cioè cal 72 vale a dire "munnizza" che i commercianti manco guardano....quella merce dell'esempio può andare solo all'industria....non diciamo sciocchezze, non cerchiamo di giustificare cose che già di suo sono assurde
RispondiEliminala verità è che il meccanismo della globalizzazione spinge ad una concorrenza spietata con margini risicatissimi su scala globale.
RispondiEliminaSto in Europa Centrale al momento, gli agrumi vengono venduti dalla grande distribuzione a prezzi irrisori. Mezzo euro al Kg i Navel ad esempio (a migliaia di Km dalle zone di produzione).
Naturalmente l'origine degli agrumi è greca, turca, israeliana sudamericana e cinese. Di merce italiana neanche l'ombra. Gli altri riescono a produrre a prezzi ridottissimi, noi
no per varie ragioni. Questo è il problema se accettiamo di confrontarci con il libero scambio di merci senza freni.
L'alternativa è ripristinare le barriere doganali, ma non mi sembra che sia all'ordine del giorno dei nostri governanti.
Nel medio periodo l'agricoltura italiana se continuiamo con questo schema scompare.
Occorrerebbe capire se vi siano in Italia margini per una riduzione di alcuni dei costi fissi di produzione nel medio periodo per rendere piu' competitive le esportazioni. Anche se varie ragioni (strutturali o di natura fiscale) rendono difficilmente realizzabile questa prospettiva (vedi costi di manodopera o di energia).
RispondiEliminaOvviamente condizione necessaria per esportazioni competitive e' che siano qualitativamente "degne" (che non e' sempre vero, vedi post sul blog di qualche settimana fa).
Delfo Fusillo
Annata 2010-2011
RispondiEliminaEsportazioni italiane di agrumi: 7% della prod.totale
Esportazioni spagnole di agrumi: 55% della prod.totale
Fonte: Informatore agrario n.47/2011
Delfo Fusillo
e per rendere i numeri ancora piu significativi va ricordato che il nostro 7% è calcolato su una produzione di 300.000 vagoni,e il 55% spagnoli su 650.000 vagoni di produzione agrumicola complessiva...cmq i Nostri commercianti invece di pensare di coltivare gli agrumeti,dovrebbero pensare a fare missioni commerciali all'estero per esportare.....anche i commercianti siciliani si sono affezionati 'alla Zappa'...maahhh
RispondiEliminaQuesto 7% sarebbe meno drammatico se si fosse resa meno stagnante la domanda interna, con opportune contro-misure commerciali e promozionali, non da ultima la capacita' di neutralizzare le negativita' di annate come questa (pezzature non eccelse).
RispondiEliminaMa qui i problemi li sappiamo bene e nel blog sono ricordati molto frequentemente.
Delfo Fusillo
il problema della pezzatura è(oltre quello dell'acqua) che si sono introdotte cultivar non idonee al mercato del fresco...a Paternò infatti tutti quelli delusi e scottati dai pessimi risultati dello scirè e del gallo,stanno innestando tarocco dal muso,tarocco sciara e tarocco meli,gli unici cloni decenti che vengono di pezzatura grossa anche con due chili di concime complesso e potatura biennale.
RispondiEliminaL'istituto sperimentale per l'agrumicultura in tutto ciò a qualche responsabilità!
La verità e solo e soltanto una, siamo in una giugla, e si salvi chi può!!! A nessuno interessa nè politici nè commercianti...come si dice "ognuno si tira il proprio filare"!!!
RispondiEliminaPoveri noi!!!!
Invece di abbassare i costi fissi, che è una cosa a dir poco impossibile, visto il prezzo del disel , il costo della giornata lavorativa, il costo del concime, e varie ed eventuali che in campagna non si sa mai, perchè non fissiamo un prezzo di vendita al di sotto del quale non si deve scendere!!! Ricordiamoci che I commercianti si sono affezzionati alla zappa, perchè riescono a comprare facilmente, e come ho detto prima sono gli unici che riescono, perchè vuol dire che hanno liquidità da poter investire!!!!!