Prendo spunto dall’articolo apparso ieri sul quotidiano LA SICILIA relativo alla situazione disastrosa delle botteghe sfitte di Acireale, indice e sintomo di una economia al collasso.
Nei giorni di Carnevale osservai questo fenomeno che, a dire il vero, si osserva in moltissime città dopo la realizzazione smisurata di Centri Commerciali ovunque.
I Centri Commerciali accorpano ogni tipo di negozio, ma non offrono una stabile occupazione. I negozi sparsi per la città, invece, complicano la spesa dei cittadini, a causa del traffico e del cronico problema dei parcheggi, ma interessano una moltitudine di piccoli commercianti che sopravvivono, o sopravvivevano, poichè era la loro stessa famiglia, per la maggior parte dei casi, a mandare avanti il negozio.
Ad Acireale, inoltre, l’economia è ferma a causa di una non meglio identificata voglia di non rinnovarsi: parlo della crisi dei limoni che ha colpito la città, essenzialmente legata a questa coltivazione, ma di cui non si parla quasi che fosse una “malattia da nascondere”.
Come scriveva giorni fa l’ing. Agostino Pennisi: Acireale ha un Assessorato all’Agricoltura? No! Acireale ha cercato di rinnovarsi sul settore agricolo e produttivo? No!
E le botteghe non chiudono solo perchè l’utenza si sposta nei Centri Commerciali, chiudono anche perchè l’economia Acese “non gira” più come una volta; anzi “non gira e basta”!
Un piccolo esame di coscienza delle Istituzioni, tutte, e forse con un pò di umiltà anche Acireale potrebbe “cambiare pagina”!
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
a proposito di botteghe nei centi storici posso dire che mi piacciono i supermercati , mi divertono e li ritengo anche un luogo di libertà di scelta. Non trovo il bottegaio che mi consiglia e posso scegliere anche tra costi miseri o prezzi elevati. La crisi della bottega come immobile è dovuta anche ai prezzi esosi che vengono richiesti ed al fatto che le iniziative imprenditoriali sono molto poche e male accompagnate. I giovani imprenditori sono scadenti come qualità imprenditoriale e male assistiti dalle Banche, vere e proprie organizzazioni malavitose c,he aiutano solo i ricchi e maltrattano i poveri, anche di spirito.E poi, sotto il profilo urbanistico mancano anche bravi urbanisti per ottenere una qualificazione dei centri storici che non sia solo quella affidata ai paninari o ai musicanti da strapazzo. A quando una pizza blog? Anche per le botteghe. In questo caso bisogna invitare qualche urbanista di grido del tipo Paolo La Greca. Ci viene ?
RispondiEliminaedilizia ferma,
RispondiEliminaaffittasi a volontà,
aste ferme
il tutto corrisponde a banche chiuse