30 giugno, 2013

I danni della cenere dell'Etna - 3°

Riporto quanto ha commentato l'ing. Agostino Pennisi dopo il mio post n. 2° sulla vicenda.
Condivido ed aggiungo che ritengo fondamentale l'azione delle organizzazioni di categoria che, in questo clima di palese sfiducia nelle Istituzioni, devono assumersi il ruolo fondamentale di raccordare due mondi che non si parlano perché non si comprendono. Strutture pubbliche ed imprenditoria ricominceranno a dialogare se gli organi intermedi, previsti fra l'altro non a caso dal dettato normativo, faranno da legante, suggerendo - fra l'altro - una serie di idonei correttivi alle regole del gioco. Ad esempio, se uno degli handicap della limonicoltura è la disomogeneità varietale a causa della significativa presenza del "monachello" perché non incentivarne l'espianto con una misura che premi il reimpianto parziale finalizzata proprio all'omogeneizzazione colturale?
E Mauro Calvagna prosegue in altro commento.
Condivido pienamente quando detto.. Mi sebra stano peró ke non vi siano segnalazioni dei danni per la siccità.. Considerando ke io ed altri due imprenditori le abbiamo fatte a marzo circa.. Strano..
L'ing. Agostino Pennisi continua, pubblicando su Facebook foto allarmanti dello stato in cui versano i limoneti (o ex...)
INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO CASTIGLIONE
Stamattina ho partecipato nella sede di Catania di Confagricoltura all'incontro con l'onorevole Giuseppe Castiglione, sottosegretario all'Agricoltura del Governo Letta. Ancora una volta, ribadendo qui quello che ho scritto ieri in risposta a Corrado Vigo, ho avuto conferma del ruolo fondamentale delle organizzazioni di categoria, unico vero interfaccia fra le esigenze delle aziende e le funzioni politico-istituzionali del settore.
Interessanti i temi trattati, uno dei quali straordinariamente innovativo riguardante l'utilizzo degli agrumi. Mi auguro che chi era presente ed ha più competenza di me possa parlarne qui su Facebook.
RIVIERA DEI LIMONI 2020
Vi preannuncio come vedrete la fascia jonica fra 6 anni se nel frattempo non riusciremo a comprendere la necessità di attuare una seria programmazione che individui i criteri per la sopravvivenza dell'agrumicoltura.

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