Ricevo dal sig. Iano Falcone della Cooperativa "Giovanni Verga" di Vizzini e pubblico.
In
riferimento alla iniziativa di promuovere nuove norme di intervento
sull’agricoltura, si vuole sottoporre alla attenzione comune alcune nuove norme di
tutela nelle attività agricole. In modo particolare per la incolumità degli
operatori e/o proprietari dei fondi, ma anche per uno sviluppo socio-economico
delle popolazioni rurali.
E’ ormai luogo comune che, a causa dei
continui furti di attrezzature, prodotti
agricoli, animali, carburante, di ripetuti scassi in abitazioni rurali,
continue intrusione di animali su fondi altrui per pascolo abusivo o per
transumanza, continui episodi di incendi
sui macchinari o sulle scorte e derrate agricole, si senta dire che
“prima o poi ci scappa il morto”. E’ infatti così succede sempre più
frequentemente in tutte le regioni d’Italia. Nei vari giornali parecchie pagine
sono ormai impegnate quotidianamente per
dare divulgazione di tali tristi fatti.
In
un momento di crisi economica come quello corrente, crediamo che l’agricoltura,
quale attività primaria dell’uomo, possa dare una soluzione occupazionale ed
economica assai importante, non solo per i giovani inoccupati, ma anche per
coloro che in età più avanzata o in pensione vogliono vivere nelle
campagne per occuparsi del loro piccolo
podere.
Ma
la presenza della criminalità organizzata, o la micro criminalità individuale,
familiare o di piccoli clan, ormai scoraggia qualsiasi avvicinamento alle
campagne e alle attività agricole, non solo come sbocco occupazionale ed
economico, ma anche come luogo di turismo o di svago naturale.
A nostro parere occorre pertanto mettere
in atto diversi interventi pubblici e privati, una maggiore disponibilità di
risorse economiche, di uomini, mezzi e poteri, atti ad esercitare una più
efficace azione di controllo e tutela,
al fine di favorire il ripopolamento delle campagne.
A tal proposito bisogna emanare una
legge che:
- sanzioni fortemente comportamenti ed attività
illegali;
- dia maggiori poteri di controllo e sanzionatori alle
forze di polizia (Corpo forestale,
VV.UU. , Carabinieri, Finanza, nonché agli Ispettorati del Lavoro, ai veterinari, ecc. ;
- garantisca la incolumità dei propri dipendenti dalle
intimidazioni o pressioni esercitate
dai soggetti locali, demandando le azioni
ispettive e sanzionatorie a dipendenti o
corpi di altre province o regioni;
- modifichi
norme legislative che inaspriscano pene e sanzioni ai recidivi;
- imponga norme
amministrative e sanitarie più efficaci per la costituzione di pseude aziende
zootecniche;
- obblighi i Comuni ad esercitare dei controlli sui
propri terreni demaniali;
- stimoli azioni di collaborazione fra i vari operatori
e proprietari agricoli;
- autorizzi l’uso di mezzi o interventi di difesa
attiva e passiva ai detentori di fondi e ai
titolari di imprese contro l’intrusione di cose od animali nelle proprie
aziende;
- incentivi la realizzazione di opere o manufatti per
la salvaguardia dei propri terreni ed aziende;
- divulghi una nuova concezione culturale del valore
degli alberi , degli animali e della natura;
Per quanto sopra esposto, sono stati elencati diversi
punti, senza alcun ordine prioritario ed ancora da coordinare fra loro, che
cercano di esprimere in modo un po’ più approfondito le varie azioni che una
nuova legge quadro dovrebbe prevedere.
Consapevoli
che la materia necessita di una apposita discussione, approfondimento, ricerca
e confronto con altri organismi, province e regioni, si è voluto cogliere
l’occasione di questo primo appuntamento, nella speranza che altri momenti e
sedi abbiano luogo.
PUNTI VARI POSSIBILI PER EMARGINARE O LIMITARE IL FENOMENO
1.
Abolire gli allevamenti che al netto
dei contributi agricoli non abbiano una
giustificazione in termini di reddito e di produzione lorda vendibile. In
mancanza di risultato economico sarebbe chiara la funzione di attività di
copertura di altre attività illecite.
2.
Abolire gli allevamenti dove non sono
assicurati agli animali le condizioni minime di benessere in termini alimentari
e sanitari;
3.
Interventi legislativi tesi ad impedire la
polverizzazione della proprietà terriera al fine di privilegiare la funzione
economico produttiva delle aziende anche attraverso una riforma del diritto
successorio al pari del Maso Chiuso.
4.
Rivedere l’istituto dell’usucapione
che ha quasi sempre favorito i prepotenti;
5.
Abolire tutti gli allevamenti che non
hanno una giustificata base aziendale o di proprietà, o con altri tipi di
contratti regolarmente redatti e registrati con atti pubblici.
6.
Inasprire le sanzioni pecuniarie e
detentive per i reati connessi all’attività zootecnica a partire dal pascolo
abusivo, dal danneggiamento, dalla custodia degli armenti;
7.
Istituire la procedibilità d’ufficio
anche a quei reati connessi che oggi richiedono la querela della persona offesa
perché così nessuno presenta querela per paura e che nel caso l’avesse
presentata, su minaccia, è costretta a rimetterla;
8.
Sospendere i contributi pubblici per
3-5-7-10 anni in caso di denunce per le fattispecie legate all’attività zootecnica
e per i reati contro il patrimonio e contro le persone;
9.
Prevedere la confisca del bestiame con
la condanna definitiva passata in giudicato;
10.
Prevedere per una quota dal 60% in su,
la coltivazione del foraggio in azienda.
11.
Microchippatura di tutti gli animali, compresi
quelli appartenenti alle aziende indenni;
12.
Intensificare i controlli riguardanti
l’identificazione dei capi e lo stato sanitario degli allevamenti. I controlli
effettuati insieme alla finanza per i riflessi fiscali connessi devono essere eseguiti
da veterinari di altre province perché anche i veterinari indigeni sono
“condizionati”.
13.
Intensificare i controlli nelle macellerie, in
particolare in quelle gestite direttamente dagli allevatori (macellerie
agricole;
14.
Istituire uffici sanitari fissi presso i
mattatoi coadiuvati dall’esercito.
15.
Autorizzare
l’uso di trappole per animali di grossa taglia: ovi-caprini, cavalli, bovini,
suini, nonché l’uso di materiale chimico o fisico che possa permettere l’
identificazione degli animali introdotti illegalmente sui fondi altrui;
16.
Vietare la transumanza di animali fuori dal
proprio allevamento;
17.
Ogni allevamento deve essere ben delimitato e
costituire un unico appezzamento agricolo ove svolgere l’allevamento;
18.
I terreni devono essere regolarmente registrati
e una copia deve essere depositata presso le forze dell’ordine (forestale,
vigili urbani, carabinieri, finanzieri, ecc) nonché essere di facile accesso e
conoscenza di privati;
19.
Maggiori controlli periodici da parte di
organi della pubblica amministrazione (c.f., vv.uu. cc., finanza, ispettorato
del lavoro, veterinari, ecc ) provenienti da altre province per verificare la
conformità dell’allevamento alle norme sanitarie sugli animali, alle norme del lavoro e della sicurezza degli addetti,
alle norme di contabilità, finanza ed amministrative, ecc;
20.
Incentivare la delimitazione dei terreni con
la costruzione di muretti a secco, o in altro modo, di carattere stabile, a differenza della recinzione in filo spinato
o rete metallica, che impedisca l’accesso di animali per il pascolo abusivo;
21.
Qualora il proprietario di un fondo trovi
degli animali non suoi, lo stesso previa denuncia alle autorità e passati
alcuni giorni senza che alcuno rivendichi la scomparsa o il furto, può disporre
degli stessi animali per la vendita o il governo, o la donazione per fini di
pubblica utilità con oneri a carico del comune;
22.
Obbligare i comuni ad un riordino delle
concessione delle terre demaniali, favorire lo scambio fra gli affittuari, al
fine della costituzione di appezzamenti costituenti un corpo unico, utili alle
varie attività agricole o zootecniche;
23.
Inasprire le sanzioni ai soggetti condannati
per pascolo abusivo;
24.
Dare priorità alle denuncia di ritrovamento di
animali per pascolo abusivo, dal momento della denuncia alla destinazione degli
animali;
25.
Aumentare i compiti e i poteri del corpo
forestale e dei vigili urbani in materia di pascolo abusivo e di furti nelle
campagne;
26.
Gli allevatori denunciati per pascolo o furto
in campagna decadono per anni 3 0 5 dalla possibilità di accedere ai contributi
dell’Agea;
27.
Obbligare i comuni alla verifica di indebiti
riscossioni di contributi Agea da parte di persone che non hanno legittimo
diritto sui terreni;
28.
Vietare la transumanza di animali per pascolo
da una contrada a un’altra. Qualora ciò fosse necessario, occorrerà utilizzare
idonei automezzi;
29.
Vietare l’allevamento brado o stagionale al di
fuori del proprio corpo aziendale;
30.
Divulgare il concetto che un albero vale più
di un animale di allevamento, e che pertanto nelle varie controversie legali
sarà data priorità di difesa e di
assoluzione all’albero;
31.
Vietare la concessione di contributi, licenze
di guida, autorizzazioni varie per
attivare una azienda zootecnica alle persone recidive per furti, pascolo
abusivo, intimidazioni o minacce, ecc;
32.
Incentivare mediante contributi in conto
capitale l’uso di tecnologie e/o sistemi di sorveglianza varie nelle aziende e
nei fondi agricoli al fine di prevenire il furto e il pascolo abusivo;
Queste
ed altre azioni possono debellare gran parte dei problemi esposti che si
traducono in allarme sociale, criminalità più o meno organizzata, bassissima
qualità della vita, sottosviluppo, spopolamento, abbandono, emarginazione, ecc.
Pertanto in questa sede si può sintetizzare la
richiesta di intervento alla Regione come:
L’emanazione di una nuova legge organica in
agricoltura che preveda diversi interventi pubblici e privati, una maggiore
disponibilità di risorse economiche, di uomini, mezzi e poteri da conferire ai
corpi di polizia in sinergia fra loro, atti ad esercitare una più efficace azione di
controllo e tutela, per garantire lo
svolgimento di attività economiche ed occupazionali e l’incolumità dei vari
operatori, nonché favorire il ripopolamento delle campagne e la salvaguardia
degli ambienti naturali.
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