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Siciliani fuori dal CONAF 3 e 4

Dopo i due post "Siciliani fuori dal CONAF" 1° e 2°, che trovate nei link che allego di seguito, ieri due lettere, una del collega dott. agr. Guido Bissanti, e l'altra del dott. agr. Germano Boccadutri.

Guido Bissanti
Candidatura per il Rinnovo del Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Agrigento

Lettera Aperta
Carissimi colleghi,
come ben sapete tra giorni si voterà per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Agrigento.
Molti di voi sanno che da tanti anni ho ricoperto vari ruoli sia a livello regionale, nazionale che europeo come rappresentante di questa professione.
Come in tutte le storie abbiamo avuto momenti di crescita ma anche momenti bui.
Da un po’ di tempo però non vivo più con soddisfazione la vita ordinistica, anzi, per tanti motivi provo un certo disagio per come vengono affrontate molte delle questioni attorno a cui ruota la vita professionale.
Basti pensare che nelle ultime due legislature la Federazione dei Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia (che rappresenta da sola 1/5 degli Agronomi e Forestali italiani) non è riuscita a far eleggere con i propri voti un Consigliere al Consiglio Nazionale (io sono l’ultimo Consigliere Nazionale eletto con i Voti della Sicilia) e identici fallimenti si sono ottenuti nelle candidature all’EPAP.
Questo male si chiama, senza tanti giri di parole: mancanza di progetto.
Quando sono ritornato quattro anni fa all’interno del Consiglio dell’Ordine di Agrigento l’ho fatto nel tentativo di recuperare una Istituzione senza la quale non solo rischia di scomparire il valore di questa Professione ma anche l’Identità di un pensiero scientifico ed umanistico che Essa promuove.
Devo dire che, pur con delle difficoltà iniziali, abbiamo rimesso un po’ “d’ordine”: è migliorata notevolmente la comunicazione e l’informazione, i vari servizi (tra cui la vidima delle parcelle), il risanamento del bilancio e dei conti, una visibilità generale. Devo dare merito ai consiglieri uscenti di questo Consiglio, e alla loro linearità, se tutto questo si è reso possibile; ma non basta più.
È necessario pensare in maniera nuova: una maniera vestita di antica saggezza e moderna visione del nostro mondo e della nostra professione.
Mi sono accorto che questi fallimenti nascono perché anteponiamo le persone ai progetti, le candidature ai programmi, i giochi di forza agli ideali.
Non sono un idealista puro ma so che così non si va più da nessuna parte e se ho deciso di ricandidarmi è perché voglio fare una scommessa nuova proprio partendo da un progetto chiaro esplicito ed evidente; un Progetto che dovremo promuovere sia a livello provinciale, regionale che nazionale e per cui avrò bisogno di tutti.
Dobbiamo tradurre in parole ed idee quel disagio che affrontiamo ogni giorno quando ci misuriamo con Bandi Europei farraginosi ed “interpretabili”, con procedure tecniche ed amministrative al limite dell’inverosimile; con una perdita pericolosa del valore del sapere, della conoscenza e del ruolo professionale, sempre più spodestati da parametri finanziari ed economici che di fatto stanno demolendo il mondo reale che ci attornia (agricoltura, ambiente, società) e la nostra Professione.
Dobbiamo realmente considerare che da questo buco nero si esce solo con proposte al cui centro dobbiamo rimettere il valore delle Idee e la prospettiva di un futuro a Misura d’Uomo e di Professione.
Volevo presentarvi un programma elettorale, con al centro la rivalutazione della Professione, delle sue competenze, del suo ruolo; un programma con una rivisitazione dell’EPAP, e così via. Non farò niente del genere, non voglio cadere in quel grave errore dei programmi elettorali dettagliati e magari altisonanti a cui spesso non si da seguito.
Voglio solo chiederVi di iniziare un percorso comune e condiviso, dove al centro dello stesso vi sia la capacità di pensare ad un modo diverso di ricostruire la nostra Professione ed il ruolo che tutti noi potremmo avere se portiamo presso i nostri Governi, la nostra Burocrazia, il Mondo Reale un modo nuovo di vedere il nostro futuro.
A tal fine è necessario che ognuno di noi si senta coinvolto in prima persona, non solo nel momento elettorale, ma nel conseguimento di un obiettivo comune, in un Nuovo Progetto Ordinistico ridando a questa Istituzione il ruolo che gli compete.
Guido Bissanti

Germano Boccadutri
Cari colleghi
la presente dovrebbe servire a fugare alcuni dubbi che potrebbero essere ingenerati dalla lettura delle due lettere precedenti “siciliani fuori dal Conaf 1 e 2” ed all’ultima sul rinnovo del consiglio del collega ed amico Guido Bissanti, pur non appartenendomi corre l’obbligo di dare una risposta cosa che reputo inopportuna ma necessaria.
La lettura delle due precedenti e dell’ultima sul rinnovo del Consiglio dell’Ordine, ad un primo impatto ed all’occhio di un profano, di chi non vive la vita ordinistica con le dinamiche interne che le sono proprie potrebbe, significare e far apparire che gli Ordini Siciliani siano stati guidati nell’ultimo quadriennio da degli emeriti imbecilli, da persone inette, da gente incapace, purtroppo non è così e mi corre l’obbligo, ma anche il dovere morale, di difendere questa Federazione di Sicilia, il lavoro da essa svolto con sacrifici enormi, e la mia figura.
Riconosco nelle tre missive pubblicate su fb e quindi di dominio pubblico, cosa che sarebbe stato opportuno evitare, delle giuste lamentele ma vi riconosco pure delle accuse gratuite ed ingiustificate, badate bene non ingiuste ma ingiustificate, accuse che andrebbero adeguatamente giustificate e rapportate al momento storico.
Questa Federazione Regionale ha raccolto in eredità le macerie delle precedenti gestioni, dai primi anni 90 ai primi anni del 2000, ma cosa ancor più grave ha ereditato tutte le negativita delle gestioni precedenti del Conaf, fatto di liti, di vergogne, di debiti, di cause in sedi civili con enormi spese per avvocati, come, bisogna ricordarlo, enormi sono state le spese per le cause fatte contro i mulini a vento dalle precedenti gestioni della Federazione di Sicilia. 
Ecco abbiamo ricevuto un’eredità per noi immeritata, con un fattore limitante, noi non potevamo rinunziarvi, l’eredità era quella e quella abbiamo dovuto sottoscrivere. 
Il periodo storico, giova ricordarlo, coincideva con l’inizio di una pesante crisi economica che da lì a poco avrebbe interessato l’intera isola dopo avere interessato già il resto dell’Italia. Quindi ci siamo trovati davanti un bivio, o fare poesia, ma purtroppo alcuni di noi sono dei pragmatici, o darci da fare, vista la situazione di profonda crisi verso la quale velocemente ci incamminavamo, in parole povere ci inoltravamo nell’occhio del ciclone. 
Per cui il progetto pensato e discusso visto il baratro verso cui eravamo diretti bisognava temporaneamente accantonarlo e pensare al “quotidiano” ai colleghi che esternavano la necessità di lavoro, la velocizzazione delle pratiche burocratiche, l’uscita delle misure del PSR, ci chiedevano di confrontarci con l’amministrazione. 
Bene, all’atto del nostro insediamento avevamo una programmazione comunitaria in itinere, che contemporaneamente coincideva con la nomina di nuovi direttori generali, di cui quello all’agricoltura veniva ricoperto da una collega tra le più qualificate, preparate e fortemente determinata, collega che riceveva principalmente gli apprezzamenti dei professionisti, che vedevano in Lei una fase certamente nuova nei rapporti.
Per la prima volta la Federazione di Sicilia affronta si trova ad affrontare il tema diretto della spesa, cercando di intervenire sulle incongruenze burocratiche, intervenendo spesso su argomenti sui quali sarebbe stato opportuno intervenire durante i "fasti degli anni '90” quando l’allora Consulta, poi Federazione, accetto sic e simpliciter la famosa legge 13/86 e cio che ad essa segui,momento questo dal quale noi agronomi e forestali progressivamente ed in maniera inarrestabile ci siamo ritrovati ai margini delle professioni tecniche (Sic Tarnsit Gloria Mundi). 
In questi quattro anni noi non abbiamo mai pensato a quanto tempo dedicassimo alla Federazione, in quel momento vi era qualcosa da fare che non interessava solo la nostra categoria professionale ma un intero sistema economico. 
A mio parere sono stati quattro anni ricchi ed interessanti, e spero proficui per la categoria, è stato un continuo incontrarsi e discutere, momenti questi che portano a crescere, con l’aiuto innegabile e fondamentale da parte di colleghi che ci hanno collaborato spesso con lealtà e spirito di piena collaborazione. Oggi abbiamo un obbiettivo chiaro, netto, lineare, che è quello di dialogare con le professioni tecniche e dare lustro e visibilità alla nostra professione, dobbiamo dialogare con le istituzioni a testa alta, dobbiamo confrontarci con il sistema economico e con la sua continua evoluzione, dobbiamo dialogare con le categorie produttive ed allargare i nostri orizzonti, in pratica dobbiamo riprendere il progetto interrotto all’inizio degli anni ‘90.
Germano Boccadutri

Commenti

  1. Ritengo le lettere dei colleghi Bissanti e soprattutto del Dott. Boccadutri (il Lei è d'obbligo vista la distanza di pensiero)atti di buonismo e imprecisione non richesti, soprattutto alla luce di valutazioni oggettive ex-post dei risultati raccolti. Non condivido l'apprezzamento per la qualificazione della dirigente dell'assessorato agricoltura e foreste "sopravvenuta" nella coscienza del Dott. Boccadutri successivamente al mio volontario allontanamento dai futili e improduttivi dibattiti di Federazione, visto che, in mia presenza, altro tipo di apprezzamento ricordo.
    Concordo tuttavia sulla necessità di avere soluzioni di continuità alla mancanza di progetto che ha distinto l'attività di Federazione (mio pensiero e assunzione di responsabilità) e, mi si permetta anche, per una certa parte dell'Isola, spero nella soluzione di continuità con le vecchie rappresentanze che, quanto più protagoniste ritengono di essere state nella precedente stagione federativa, tanto più dovrebbero fare un passo indietro e ritirarsi nell'interesse collettivo della categoria.

    Ernesto Guerrieri

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