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Dopo i cinghiali ... i conigli/gatti, 3°

Ieri pomeriggio, come ho scritto ieri, ho realizzato una "intervista" ad Alessandro Chiarelli, Presidente regionale di Coldiretti.
Ma prima di pubblicare il contenuto della intervista devo esprimere la mia solidarietà a tutti gli agricoltori, situati in riserve naturali o meno, riguardo ai danni che subiscono dalla fauna selvatica, sia dai conigli, che dalle volpi, che dagli uccelli, così come da qualsiasi altro animale ... e spesso anche da mandrie introitate nei fondi agricoli a fare pascolo abusivo.

E fra gli agricoltori danneggiati ci sono quelli che ricadono all'interno dei Parchi, come quelli che ricadono all'interno del Parco dell'Etna.
"L’Ente Parco ha applicazione a quanto disposto dalla normativa vigente e in particolare dalla l.r. n° 33 del 01.09.97 e successive modifiche ed integrazioni, dal decreto del Presidente della Regione Sicilia del 07.07.2000, e dalla l.r. n° 14 del 09.08.1988 in materia di prevenzione dei danni determinati dalla fauna selvatica e degli indennizzi".

Il regolamento del Parco dell'Etna prevede indennizzi agli agricoltori per:
  • danni determinati dal coniglio selvatico alle piante da frutto, alle piante forestali utilizzate nei rimboschimenti e alle barbatelle di vite utilizzate per il recupero delle fallanze in vigneti preesistenti
  • danni determinati dal coniglio selvatico ai vigneti e ai fragoleti
  • danni determinati dalla volpe al patrimonio zootecnico

Qui il Regolamento per la concessione di contributi per la prevenzione e di indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica nel territorio del Parco dell’Etna:

A causa della crisi finanziaria generale di tutti gli enti, però, ecco che per il 2014 il Parco dell'Etna ha diramato questo avviso per il 2014:
A V V I S O  P U B B L I C O
Indennizzi per i danni causati nell’anno 2014 dalla fauna selvatica
Si porta a conoscenza della operosa collettività’ degli agricoltori etnei che, a causa delle ben note ristrettezze di finanza pubblica, per il corrente esercizio finanziario non possono essere assicurati i pagamenti relativi agli indennizzi per danni causati dalla fauna selvatica nel territorio del parco dell’etna; gli agricoltori che volessero comunque presentare istanza possono sempre effettuarlo secondo le modalita’ gia’ conosciute omettendo di allegare il versamento di € 30,00= per spese istruttorie.

Ma a dicembre 2014 lo stesso Parco ha diramato questo avviso:
Si porta a conoscenza della operosa collettività degli agricoltori etnei che il Consiglio del Parco ha approvato l’assestamento di bilancio per l’esercizio finanziario dell’anno 2014, provvedendo ad assegnare la somma di € 40.000,00= al capitolo di bilancio “Indennizzi danni causati dalla fauna selvatica” nel territorio del Parco. Gli agricoltori che nel corso dell’anno 2014 hanno presentato domanda di indennizzo senza provvedere al pagamento del contributo per spese istruttorie, pari a € 30,00=, devono adesso perfezionare la richiesta provvedendo al pagamento. Si invitano pertanto gli agricoltori a provvedere in tempi brevi a presentare ai competenti uffici la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Si precisa che il mancato pagamento delle spese istruttorie comporta l’impossibilità di procedere al pagamento dell’indennizzo, come previsto dall’art. 8 del vigente regolamento. In allegato, l'avviso pubblico.

Quindi risorse finanziarie davvero esigue per danni, invece, ingenti.

Per quest'anno, invece, questo è l'avviso diramato dal Parco dell'Etna:
In esecuzione della delibera n° 19 del 28 novembre 2014, pubblicata in data 09 aprile 2015, si porta a conoscenza che a causa delle forti ristrettezze finanziarie il Consiglio del Parco ha individuato fra i propri obiettivi prioritari “un diverso approccio con gli interventi a sostegno dell’agricoltura, facendo venir meno la concessione di indennizzi, ormai, per evidenti ragioni di bilancio, estremamente ridotti, puntando invece a convogliare risorse sulla creazione del Marchio che possa contraddistinguere i prodotti agricoli in area Parco, e sulla individuazione e concretizzazione di forme di aiuto all’agricoltura che possano avere una natura strutturale, utilizzando le risorse regionali, statali e comunitarie”.

Quindi ... zero risarcimenti ...

Ecco che appare prioritario cercare di reperire le risorse finanziarie per risarcire tutti quegli agricoltori che si ritrovano, loro malgrado, all'interno dei parchi e delle riserve, e che subiscono danni consistenti non solo alle produzioni, ma anche alle strutture.

Il pericolo maggiore è quello che gli agricoltori che ricadono in queste aree prima o poi dismettano la loro attività, continuamente danneggiata, e facciano venir meno la tutela esercitata dai Parchi, svuotando intere aree dalla attività agricola stessa.
Da ciò ne scaturirebbe il mancato controllo del territorio, la mancata regimazione delle acque, l'abbandono del territorio stesso, con incendi ecc.

Insomma la tutela dei Parchi, all'interno dei quali esistono attività agricole, va esercitata con diligenza, ma con rispetto verso chi, ancor oggi, coltiva quelle aree e ne mantiene inalterato l'ambiente nel rispetto della biodiversità, delle tradizioni, ma anche del reddito personale.

E se la fauna danneggia le strutture o i raccolti, considerando che non si può intervenire altrimenti, va effettuato un giusto risarcimento, così come, ad esempio, il Parco dell'Etna ha effettuato fino all'anno scorso.

Domani l'intervista ad Alessandro Chiarelli....

Commenti

  1. Al fine di ridurre (no sterminare) la pressione e l'impatto che ha questo prolifico, e sotto certi aspetti, "dannoso" animale sul territorio, pensare ad un prelievo forzato, organizzato nei modi, nei mezzi e nei tempi..... no vero!? Troppo semplice! E poi magari gratis...... No, no meglio masturbarsi il cervello su come e dove trovare i fondi per i risarcimenti da elargire a spaglio. E poi con soli 30 euro si da anche la possibilità ad un impiegato pubblico di rovistare carte e sentirsi utile per la comunità.

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  2. http://palermo.blogsicilia.it/fondi-ue-m5s-spariti-5-miliardi-destinati-allagricoltura-siciliana/306158/

    17 agosto 2015
    di Redazione
    .



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    Cinque miliardi di fondi europei destinati all’agricoltura in Sicilia sarebbero spariti. Lo denuncia l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che si rivolge all’assessore regionale Rosaria Barresi: “Dove sono andate a finire queste risorse? Chi ha intascato i fondi europei per lo sviluppo agricolo? Adesso basta, serve trasparenza”.

    “È necessario una volta per tutte reclamare una banca dati che fornisca tutte le informazioni pubbliche ai cittadini e pretendere con forza la trasparenza del funzionamento dei Fondi per l’agricoltura, sia per i soldi già spesi 2007-2013 che per quelli della nuova programmazione 2014-2020, che farà arrivare in Sicilia altri 5 miliardi di euro”. L’europarlamentare M5S Ignazio Corrao reclama una immediata operazione di trasparenza sui fondi europei per l’agricoltura in Sicilia chiedendo un impegno formale all’Assessore regionale all’agricoltura Barresi ed al presidente Crocetta.

    “L’agricoltura siciliana è in ginocchio – spiega l’europarlamentare alcamese – gli agricoltori stanno abbandonando la terra soffocati dalla concorrenza sleale dei prodotti stranieri e da una pressione fiscale che non ha eguali in Europa. Lo stato di salute dell’agricoltura dell’isola è pessimo e sembra incredibile che in Sicilia negli ultimi 7 anni sono arrivati ben 5 miliardi di euro”.

    Si tratta dei 2,2 miliardi di euro del PSR 2007-2013, il Piano di sviluppo rurale gestito dal Dipartimento dell’agricoltura della Regione, e dei circa 3 miliardi di fondi FEASR, meglio noti come fondi “PAC” o “AGEA”, che arrivano agli agricoltori direttamente dalla Commissione Europea come sostegno al reddito senza passare dalla Regione.

    “Dove sono andate a finire queste risorse fondamentali per la Sicilia? Chi ha intascato i fondi europei per lo sviluppo agricolo? Purtroppo – sottolinea Corrao – non è semplice rispondere. A differenza dei Fondi strutturali (il FESR e il FSE), per i quali il sito di Open Coesione fornisce con puntualità le informazioni sui beneficiari e sull’andamento dei progetti, il mondo dei fondi per l’agricoltura è coperto da un inquietante velo di opacità. Sul sito di AGEA, ovvero l’organismo pagatore ministeriale che eroga i fondi agli agricoltori, non è possibile avere una lista completa di beneficiari per i fondi FEASR. E la stessa cosa vale per i fondi del PSR, gestito per anni dalla Dirigente Rosaria Barresi, neo assessore dell’Agricoltura del governo Crocetta. Le informazioni sono inafferrabili, sparse, confusionarie, prive della necessaria trasparenza, nascoste tra le pieghe del sito del PSR Sicilia ed è semplicemente scandaloso che la Regione in tutti questi anni non si sia mai degnata di fornire un elenco organico, completo, trasparente e consultabile pubblicamente dei beneficiari di questi fondi. Nel frattempo però il PSR ha finanziato di tutto: dai corsi di formazione all’insediamento di giovani agricoltori, dall’ammodernamento delle aziende agricole ai premi di compensazione per le zone svantaggiate. E’ vero che per molti agricoltori questi fondi sono stati fondamentali per sopravvivere ma anche la mafia ne ha saputo approfittare, come dimostrano i numerosi casi di boss che hanno accumulato milioni di euro di fondi UE grazie al controllo e all’accaparramento delle terre a colpi di intimidazioni, furti, racket e violenza. Adesso basta – conclude Corrao – è giunta l’ora di conoscere, di capire cosa ne è stato di queste risorse”.

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