L'evento alluvionale di ieri era stato abbondantemente previsto, ed anche segnalato quale allarme dalla Protezione Civile.
Tutta la fascia costiera jonica è stata letteralmente "sotto assedio" per diverse ore, mentre la zona pedemontana "ha retto", non solo per l'orografia della zona stessa, ma anche perchè la piovosità registrata è stata inferiore.
Le zone più colpite dagli eventi alluvionali sono state la zona di Giardini Naxos, S, Alessio Siculo, Letojanni, ma anche Augusta e Catania centro. Alcune foto mi sono state inviate dal dott. agr. Emanuele Triolo.
Sui social network, mezzi di informazione che si rivelano ancora una volta potentissimi e velocissimi, sono state diffuse fotografie di ogni sorta, le più assurde.
Ma cosa è successo?
Ebbene ... nelle zone a ridosso della costa è stata registrata una pioggia elevata, anche superiore ai 150-180 mm., ma concentrata in poche ore, pertanto la capacità di deflusso delle acque non è "supportata" dal reticolo di fossi, fossati, torrenti, fiumi esistenti, che, però, sono privi di manutenzione da decenni.
Così ... le sezioni originarie, prive di manutenzione, sono risultate insufficienti, e le acque hanno "preso un'altra via", ovvero hanno percorso il loro cammino seguendo la naturale pendenza verso le quote più basse.
E' chiaro che trovando ostruzioni, quali ponti con "luce" troppo bassa o ostruita da detriti, automobili, case, ecc. le acque hanno aumentato la loro forza recapitando a valle tutto ciò che trovavano quale ostacolo, causando tutto ciò che abbiamo visto nelle foto, che oggi ripropongo.
Ma cosa succede, però, a monte?
Ebbene, tutte le zone a monte della zona del messinese, quelle in cui non vi sono insediamenti forestali, o comunque agricoli, sono ormai spopolate, dal punto di vista agricolo, e pertanto tutte le acque piovane che lì gravitano finiscono inevitabilmente a valle con grande velocità e senza nessuna regimazione o trattenimento" e/o "smorzamento" dell'effetto piovoso, anche se eccezionale.
Ed ecco che trovandoci in un bacino imbrifero molto ampio, è ben comprensibile che la quantità di acqua caduta, nelle poche ore, diventa una massa elevatissima che, comunque, non avrebbe un facile recapito a valle, anche qualora la manutenzione dei fossati, dei torrenti e dei fiumi fosse eccellente.
E ... a Catania ... la quantità d'acqua proveniente dalla zona a monte si è incanalata in via Etnea, e le altre limitrofe, riversandosi, poi, nella zona del porto allagandola.
Anche Augusta è stata interessata dall'evento alluvionale, così come mostrano queste immagini che mi ha mandato il dott. Valerio Cullò.
Insomma: ieri un evento previsto, ed abbondantemente preallertato, ed imprevedibile nelle quantità e nelle zone in cui si è abbattuto.
Ultima notazione, davvero dolorosa: molte zone della piana di Catania sono state devastate da una grandinata eccezionale, che ha distrutto la produzione agrumicola in corso, come dimostrano le foto che ha diffuso ieri il collega dott. agr. Domenico Costa.
Egregio Dott., da come sinteticamente ha bene descritto nel post le cause e gli affetti del fenomeno e dalla lettura dei valori pluviometrici rilevati dalla stazioni meteo delle rete regionale, si deduce l'evidente cambiamento degli eventi meteorici degli ultimi anni sul nostro territorio. Considerato che tali fenomeni temporaleschi stanno diventando la normalità, credo sia giunto il momento di far presente agli organi competenti di rivedere il paradigma attuale utilizzato per la progettazione di tutte quelle opere idrauliche atte allo smaltimento delle acque meteoriche. In quanto molti approcci, a mio avviso presentano alcuni limiti. In particolare, la durata critica di precipitazione e la mancanza d’informazione sulle condizioni di umidità del suolo precedenti l’evento critico. Valori che, secondo me, potrebbero influire sensibilmente sui risultati di calcolo dell'onda di massima piena di un "piccolo" bacino imbrifero.
RispondiEliminaColgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà per tutti gli agrumicoltori della piana di Catania vittime della grandinata, i quali si sono visti distruggere in qualche ora i sacrifici di anni di lavoro.