Oggi riporto un'altra delle competenze professionali che noi dottori agronomi e dottori forestali abbiamo: "lo studio, la progettazione, la direzione, la sorveglianza, la liquidazione, la misura, la stima, la contabilità ed il collaudo, compresa la certificazione statica ed antincendio dei lavori relativi alle costruzioni rurali e di quelli attinenti alle industrie agrarie e forestali, anche se iscritte al catasto edilizio urbano, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 del decreto legge 27 aprile 1990, n. 90, convertito,con modificazioni, dalla legge 26 giugno 1990, n. 165, nonchè dei lavori relativi alle opere idrauliche e stradali di prevalente interesse agrario e forestale ed all’ambiente rurale, ivi compresi gli invasi artificiali che non rientrano nelle competenze del servizio dighe del Ministero dei lavori pubblici".
Ed ecco un'altra delle competenze che spesso nelle Amministrazioni Pubbliche (Uffici Tecnici comunali) non sanno che noi abbiamo: tutta quella fase di studio, progettazione, direzione, collaudo degli edifici rurali, tant'è che spesso ci sentiamo dire che dobbiamo portare i progetti firmati da altre figure professionali.
Ma altra competenza professionale assai importante è quella relativa alle opere idrauliche e stradali di interesse agrario e forestale, e sugli invasi artificiali; spesso su quest'ultima competenza professionale ci siamo scontrati negli Uffici del Genio Civile ... salvo poi dimostrare che la Legge sulle competenze professionali è chiara.
... continua ...
Come scrissi qualche giorno fa in risposta ad un commento sullo stesso tema del post di oggi
RispondiEliminaA CIASCUNO IL SUO!
Fermo restando che la Legge è Legge. Egregio Dott., le ricordo che quasi tutto il territorio italiano risulta sismicamente attivo, e non credo che, con tutto il rispetto, nelle facoltà di Agraria tra le tante affascinanti materie si studi anche come progettare e calcolare strutture qualunque esse siano (edifici, opere idrauliche, opere di contenimento, ecc) in zona sismica.
AVETE LETTO OGGI LA REPUBBLICA? Bando per il biologico, un pasticcio da 180 milioni di euro.
RispondiEliminaUn pasticcio da 180 milioni. Lo chiama così l’azzeramento del bando per il biologico l’edizione di Repubblica Palermo in edicola. Si tratta del bando per i fondi per incentivare le coltivazioni biologiche del 2012, in graduatoria nel 2013, che è stato bocciato da Tar a causa di criteri poco chiari nella redazione e che secondo il Tribunale amministrativo prevedeva finanziamenti a pioggia senza alcun tipo di differenziazione della coltura biologica. A ottenere i fondi sono state circa ottomila imprese, un migliaio le escluse che ha presentato il ricorso chiedendo di potere ricevere le somme residue con lo scorrimento dalla graduatoria. A fine anno, infine, è arrivata una diffida da parte delle ricorrenti che chiede alla Regione di “recuperare tutte le somme illegittimamente erogate”. Ovvero di chiedere alle ottomila imprese di restituire i fondi ricevuti. Una grana che metterebbe in crisi anche la chiusura della programmazione e le premialità previste, secondo l’edizione di Palermo di Repubblica.