18 marzo, 2017

PSR Sicilia 2014/2020: i progetti negati, 2° puntata

Pubblico un'altra email ricevuta ieri relativa al bando settimino della Misura 4.1 del PSR Sicilia 2014/2020.

Caro Assessore ... buona lettura ...

Buonasera Dr. Vigo,
riprendo dal mio commento dello scorso 10 marzo sul suo blog ,  per porre anche alla sua attenzione una  ulteriore criticità inerente  la misura   4.1 del PSR.
Il bando, nelle  D.A.  , al capitolo “Intensità dell’aiuto e massimali di spesa” prevede un incremento del 20% dell’aiuto in diversi casi tra cui le zone svantaggiate, e recita testualmente:  “investimenti  localizzati in zone montane, zone soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane e zone soggette ad altri vincoli specifici (allegato 1 al PSR)” – non specificando null'altro.
Ora, secondo una corretta interpretazione della lingua italiana (e fino a prova contraria), sembrerebbe di intendere che, anche nel caso in cui la superficie aziendale svantaggiata non fosse prevalente rispetto  alla superficie totale  (Es. azienda ricadente per il 40% in zona montana  e per il 60% in zona ordinaria),  e sempre che le opere da realizzare vengano ubicate all’interno della superficie ricadente in area svantaggiata, anche in questo caso la ditta avrebbe diritto all’incremento del 20% di contributo.      Bene!     Ma nel caso in cui l’investimento, o parte dello stesso,  riguardasse anche l’acquisto di macchine ed attrezzature  agricole mobili e  NON SOLTANTO investimenti fissi? In virtù di quale criterio, in tal senso,  verrebbe  valutata l’eventuale richiesta di aiuto? L’investimento relativo alle attrezzature mobili avrebbe diritto, per intero, alla maggiorazione del 20%? Ne avrebbe diritto solo in parte o non ne avrebbe diritto per niente?   Inoltre, ritornando agli investimenti fissi e nel caso in cui l’azienda ricadesse prevalentemente  in area svantaggiata (Es. azienda ricadente per il 60% in zona montana  e per il 40% in zona ordinaria), mi chiedo se,  in tale circostanza, ai fini dell’incremento del 20%,  varrebbe  solo il criterio della prevalenza territoriale oppure soltanto il criterio relativo alla “localizzazione” degli investimenti?   Ovverosia, se l’investimento fisso venisse localizzato all’interno della superficie ricadente in zona ordinaria, pur essendo l’azienda ricadente PREVALENTEMENTE in zona svantaggiata,  potrebbe accedere al 20% aggiuntivo???
 Ritengo che tale dubbio interpretativo, al pari di altre innumerevoli gravi incongruenze presenti nel bando, sia legittimo, ma ritengo  ancor più  convintamente che il suddetto requisito (considerata l’estrema importanza della questione)  è espresso in maniera  estremamente vaga e superficiale e che possa verosimilmente lasciare adito alle più svariate interpretazioni e, conseguentemente indurre potenziali e  legittime  contestazioni  future.  Sono dubbi che NON  possono essere lasciati al caso!  Sono aspetti che avrebbero dovuto  essere coerentemente  dettagliati  già  in seno al testo del bando.
Sono sempre più convinto che, riguardo al bando 4.1,  non servano proroghe o slittamenti  in quanto,  non intervenendo sui contenuti specifici, di fatto non risolverebbero nulla.  Non servono, altresì,  visti i risultati,  ulteriori ed  inutili esortazioni a ridiscuterlo.   Occorrerebbe semplicemente IMPUGNARLO  in sede giudiziaria.

3 commenti:

  1. Impugnare il Bando è l'unica strada ed è legittimo, il TAR potrebbe dare immediatamente la sospensiva. E', però, opportuno che ognuno di noi singolarmente o i rappresentanti di categoria avviino (sia professionisti che aziende) un procedimento civile verso i responsabili di questo sfacelo affinché paghino per i danni che hanno causato e stanno causando all'intera isola. E' l'unica strada non si può continuare così con negligenza.

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  2. Credo che, arrivati a questo punto, ad una manciata di giorni dalla scadenza della presentazione delle domande, qualsiasi commento, qualsiasi critica, qualsiasi osservazione, qualsiasi FAQ acuta o futile che sia, magari formulata su un blog, anche se autorevole e seguitissimo, risulta superflua.
    BISOGNAVA FERMARLI PRIMA.
    Nelle sedi e nei modi che la Legge prevede. Tutti ci lamentiamo, tutti ci indigniamo, ma nessuno, compreso il sottoscritto, che io sappia, ha presentato denuncia al TAR. I nove presidenti dopo la "gita" a Palermo, dovevano essere i primi, se veramente convinti delle loro idee, in veste istituzionale, a inoltrare denuncia al TAR. Ma evidentemente a tutti piace prendere la serpe con le mani altrui o nell'intimo del nostro pensiero, tutti ci siamo a torto convinti che i Bandi sono "perfetti". Con buona pace del nostro Onorevole e "compagnia bella"

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  3. Verrà il giorno in cui le domande di finanziamento saranno presentate e i progetti depositati; verranno i giorni in cui quei progetti saranno valutati; verranno i giorni in cui saranno formulate e poi pubblicate le graduatorie.
    Nei giorni intercorrenti tra questi momenti topici sarà tutta una ridda di viaggi presso gli Uffici competenti, imprenditori e tecnici (pubblici e privati) ... chiarimenti ... cassazioni ... interpretazioni … sangue amaro … sfinimento.
    Saranno questi i giorni della diaspora, i giorni in cui una parte dell’agricoltura isolana rinuncerà a ciò che sarebbe stato un proprio diritto; saranno i giorni in cui l’imprenditoria agricola sarà costretta ad una scelta tragica: sopravvivenza o abbandono.
    Le politiche agricole andrebbero dettate solo dalle COMPETENZE, non accademiche, non politiche, non intuitive, bensì “effettuali” (come diceva un ns. compianto ed acutissimo scrittore).
    Mi chiedo come si possa legiferare in una materia così articolata e complessa, così ricca di discipline tra le più disparate e composite e che si intersecano tra di loro generando mille sfumature tecniche e tecnologiche, senza aver mai “lavorato” a stretto contatto con un imprenditore, senza mai avere mai percorso coi propri piedi chilometri e chilometri tra le campagne che trasudano del sacrificio e dell’impegno di migliaia e migliaia di persone, senza aver mai condiviso il proprio percorso professionale con quello di un imprenditore, un professionista o, non ultimo, un operaio; per non parlare degli aspetti di indirizzo generale che il PSR vorrebbe dare all’economia agricola isolana.
    I progetti dimenticati, cadranno, appunto, nel dimenticatoio con buona pace di chi vi aveva puntato sopra il proprio futuro di crescita e sviluppo (due parole molto care a certa politica), con buona pace di tutto il lavoro che c’è dietro, con buona pace della tanto sbandierata “semplificazione”.
    Cari “legiferatori” non è aumentando il numero delle regole che si “coltiva sviluppo”, non è coi principi della “santa inquisizione” che la Sicilia diventerà “la terra del ns. futuro”, non è cogitando affannosamente per azzeccare i possibili garbugli che si creano le condizioni più sane per degli investimenti sicuri e produttivi.
    P.S.R. potrebbe essere l’acronimo di Programma di Sviluppo Random (ricordo a me stesso la definizione di “random” come riportato dalla Treccani: “Termine usato in locuzioni del linguaggio scient. e tecn. con il significato di CASUALE, ALEATORIO, PRIVO DI REGOLARITÀ”).

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