Sul PSR Sicilia 2014/2020 si è scritto tanto, tantissimo, e si sono evidenziate le innumerevoli (forse infinite) criticità ed incongruenze, al limite della incontestabile fantasia.
Probabilmente la cosa più saggia sarebbe stato azzerare tutto, confrontarsi seriamente con tutte le componenti professionali e sindacali e poi far ripartire il tutto.
E' mancata anche la semplificazione, a dispetto di tutte le raccomandazioni dell'Unione Europea e di quanto indicato da "Agenda Digitale Italia".
La spesa arranca, la distribuzione delle risorse sul territorio è stata puntiforme e non diffusa, ed alla fine ... cosa rimarrà dopo questa programmazione alle aziende agricole? Praticamente niente ... amaro dirlo, inutile nasconderlo.
Pubblico (avrei preferito non farlo) il contenuto di una lunga lettera che mi è stata inviata qualche giorno fa, che purtroppo ripercorre i guai ed i guasti di questo pessimo PSR Sicilia.
Egr. Dott. Agr. Vigo,
mi scusi se la disturbo ma la pregherei, se lo ritiene opportuno, di esprimere le Sue considerazioni in merito a quanto mi permetto di portare alla Sua cortese attenzione.
Chi Le scrive, in passato, ha fatto parte di un gruppo di lavoro che ha svolto l’attività di consulenza a
supporto di iniziative imprenditoriali che si sono avvalse degli aiuti concessi dai Programmi di Sviluppo Rurale che si sono via via succeduti nella ns. Regione.
Con il P.S.R. Sicilia 2014-2020 la ns. attività di consulenza è stata pari a 0 (si: zero, ma non è una lamentela) in quanto avevamo preconizzato già dalla lettura dei primi Bandi, una difficoltosa applicazione in fase progettuale ed una non meno complicata attuazione in fase esecutiva, delle Disposizioni Attuative adottate per le misure del PSR SICILIA (per alcuni amici siamo stati imprudenti e lavativi); mi riferisco, in modo particolare, all’articolazione delle griglie dei punteggi e dei parametri imposti per acquisire l’agognato punteggio massimo … in considerazione (ad esempio per quanto riguarda la misura 4.1) della impari competizione tra imprese dal gap dimensionale enorme.
Purtroppo, ad oggi, i fatti ci stanno dando ragione.
La “nuova” classe politica e la “nuova” classe dirigente assessoriale non sono state all’altezza di quelle che le hanno precedute (mi ricordo con tenerezza, ad esempio, del cd. “bando sveltina”).
I “nuovi” si sono migliorati per un solo aspetto, almeno questa è la mia sensazione, hanno cioè acuito il principio a cui sembrerebbe ispirarsi l’articolazione delle varie misure del P.S.R.: chi avanza domanda di finanziamento ha una propensione ad imbrogliare e quindi va imbrigliato con lacci e lacciuoli ma che dico, con catene d’acciaio a prova di Houdini, già nella fase propedeutica alla progettazione dell’investimento … con buona pace della semplificazione e dell’agevolazione della spesa (sic! come se non mancassero gli strumenti di controllo in corso d’opera … bislaccamente mi viene da pensare che basterebbe computare nella previsione delle spese di funzionamento del P.S.R. anche le indennità di trasferta per gli ispettori incaricati del controllo degli stati d’avanzamento dei lavori secondo cronoprogramma).
Mancanza di lungimiranza, mancanza di senso pratico, mancanza di umiltà e capacità di ascolto … si
potrebbe parlare anche di insufficienti competenze specifiche ma non sono in grado di giudicare in tal senso e questa resta solo una fastidiosa sensazione.
Non mi dilungo e non scendo nei particolari che oramai sono noti ai più; faccio solo alcune brevi considerazioni di tipo statistico:
1) P.S.R. 2014-2020: ebbene siamo giunti ad ottobre 2018 e per ognuna delle due principale misure, la 4.1 e la 4.2, le misure che avrebbe dovuto risollevare le sorti della ns. migliore agricoltura, è stato pubblicato un solo bando … uno!!!!!!!!!!
2) per le due misure di cui sopra, ad oggi, parrebbe non essere stato emanato un solo decreto di finanziamento … nessun decreto ad ottobre 2018!!!!!!!
3) si richiede alle aziende: tempestività nei tempi e precisione negli adempimenti … per poi vedersi rosicchiare davanti agli occhi il tempo, quello utile quello vero, disponibile per la realizzazione degli investimenti prima che scatti l’implacabile tagliola del termine ultimo per la rendicontazione ed il collaudo.
… e poi … e poi su La Sicilia (web) del 16-10-2018 leggo che “Epperò ecco che oggi l'Eurispes, a fronte di un'analisi effettuata insieme al centro studi «G. Arnao» e che sarà presentata venerdì prossimo, anticipa: «Su una dotazione complessiva di 4.557 miliardi distribuita su dieci assi prioritari, a fronte di un impegno del 55,3% (2.523 miliardi), la spesa dei fondi comunitari in Sicilia, al 31 gennaio 2018, si attesta allo 0,37%, a fronte di una media italiana del 4,5%” … e poi …. “«è necessario avviare una sinergia realmente operativa tra le parti, al fine di ottimizzare tempi e procedure, coinvolgendo il territorio nelle scelte strategiche, affinché si faccia un uso consapevole delle risorse»” … e per finire “«occorre in tempi brevi predisporre tutti gli strumenti utili per un uso intelligente e lungimirante dei fondi comunitari, opportunità imperdibile per la crescita del territorio siciliano. In tale prospettiva, Eurispes vuole offrire il suo contributo e la sua proposta»”.
Non aggiungo altro se non i dovuti ringraziamenti per gli allarmi che Ella ha ripetutamente e ragionevolmente lanciato nell’etere e che i protagonisti dell’Odissea regionale non hanno voluto ascoltare ritenendo che fossero i deleteri canti delle sirene: i più si sono riempiti le orecchie di cera mentre qualcuno s’è fatto incatenare all’albero maestro della corazzata assessoriale.
Cordiali saluti.
C.G.
A mio modesto avviso un altro aspetto che ha vanificato l'azione del PSR è la zonazione in aree a diversa priorità che oltre a non servire a niente non si capisce sulla base di quali considerazioni è stata promossa ed accettata (e non mi si venga a dire che è basata sull'analisi delle aree con ritardo di sviluppo o sul pericolo di esodo dalla campagna ecc. perchè, personalmente, credo sia stata una mera scelta clientelare della politica di turno).
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