28 dicembre, 2019

Una miriade di laghetti alla piana di Catania. Si salvi chi può

Chi gira per la piana di Catania lo sa già, ma chi arriva a Catania in aereo e non lo sa si chiede a che servano tutti quei laghetti sparsi, a centinaia.
Una miriade di laghetti, una risposta alla inefficienza della Pubblica Amministrazione alla siccità che colpisce anno per anno la nostra regione e che, purtroppo, non fa notizia.
E l'inefficienza non sta solo nella vergognosa situazione in cui i Consorzi di Bonifica sono stati lasciati nell'ultimo trentennio, cioè senza risorse per eseguire le manutenzioni, per adeguare la rete captante e quella distributiva, ma anche nel non aver saputo orientare risorse dei vari Piani di Sviluppo Rurale (o programmazioni precedenti) verso la creazione di questi piccoli bacini di accumulo.
Eh, già. La maggior parte dei laghetti aziendali è stato realizzato con risorse proprie, alienando parte della superficie produttiva, al fine di rendere produttiva la restante parte aziendale. Giusto, giustissimo che sia così, ma solo nel caso in cui tutto il resto funzioni, ovvero che ci sia una regolarità di consegna irrigua da parte dei Consorzi di Bonifica, che oggi "sparano" cartelle esattoriali per Paperon de Paperoni, nel silenzio totale della politica regionale, che di politica agraria non discute, non parla, non agisce.

E così alla piana di Catania decine, centinaia, migliaia di laghetti aziendali, che rispondono alla regola del "si salvi chi può"!

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