In caserma avevamo anche qualche "delinquentello" non si sa bene come arrivato lì.
Uno di questi, premesso che in tutto il periodo militare non cambiò mai le lenzuola (dormiva a fianco la mia branda), ma la cospargeva di tanto in tanto di borotalco e di deodorante, tanto che quelle lenzuola da rosa divennero grigie, uno di questi dicevo una sera al rientro lo trovammo accovacciato vicino ad una auto intento a smontare un fanalino posteriore. Alla nnostra richiesta "che stai facendo" lui, candidamente, rispose "m'intapparunu chiddu da mè machina e c'jù scippu di cà" (traduzione per i non siciliani "hanno investito quella della mia macchina e lo prendo da qua").
In quei giorni a Francesco Ferrara rubarono il giubbotto di montone e tutti sospettammo di quel commilitone, anche perchè qualcuno lo aveva visto uscire dalla caserma con una busta voluminosa, ma lui messo alle strette non confessò mai, nonostante durante le accuse gli si leggeva in faccia che era stato lui.
Un giorno a causa di una mancata licenza che aveva chiesto si innervosì talmente che cominciò a fare come un pazzo e si sfogò contro l'armadietto di ferro "sparandogli" un pugno così forte che l'anta dell'armadietto si piegò e si ferì anche la mano.
Così nei giorni successivi venne "processato" per aver danneggiato una cosa pubblica.
In questi casi innanzi alla "corte", formata dal colonnello, da un tenente colonnello e dal capitano, il giudicato doveva presentarsi con una commilitone che fungesse da avvocato.
Ebbene cosa pensò bene di fare questo qui? Chiamò a fare l'avvocato Francesco Ferrara, che penso che fu da lì che poi pensò bene di laurearsi anche in giurisprudenza (dopo la laurea in economia e commercio) e fare per un certo periodo anche l'avvocato.
Così il giorno del "processo", con me e Fabrizio Poidomani in qualità di testimoni, dopo le accuse mosse al commilitone entra in gioco l'integerrimo avvocato caporale paracadutista Francesco Ferrara, che avrebbe dovuto difendere l'imputato.
Ebbene Francesco esordì così (pressapoco) "è giusto condannare l'imputato e dare una pena esemplare, così che tutti possano comportarsi in modo corretto, perchè non può essere inflitto alcun colpo contro la cosa pubblica".
Io e Fabrizio Poidomani ridevamo e pensavamo quanto fosse stato sciocco quel commilitone che prima aveva rubato (si suppone) il giubbotto a Francesco Ferrara, e da sospettato del furto lo aveva chiamato per difendersi...
Così la "corte" lo condannò a 15 giorni di "rigore" da scontarsi anche come giorni suppletivi prima del congedo.
Ma gli aneddoti su Francesco Ferrara non finiscono qui.
... domani continua ...
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