La nostra piccola caserma, quella del Consiglio di Leva e Selezione, era (ed è) adiacente alla Caserma operativa Sommaruga.
Una notte sentimmo dei rumori stranissimi, continui e poi vibrazioni.
Dapprima pensammo ad un terremoto, ma poi, aperte le finestre che davano sul cortile della Sommaruga, ci accorgemmo che erano dei carrarmati quelli che emettevano quei rumori e quelle vibrazioni.
Carrarmati in giro di notte e per il cortile della Caserma Sommaruga; ce ne tornammo a letto.
Ma proprio mentre un pò tutti ci eravamo già addormentati ecco che si accende la luce della camerata ed una sorta di "rambo" salta su di un letto con tuta mimetica, caschetto da guerra, anfibi e mitragliatrice spianata e dice "tutti in piedi siamo in prontezza operativa!". (Sylvester Stallone nella parte di rambo era nessuno!).
Noi increduli. Era uno dei ragazzi della Sommaruga che era entrato dal cancelletto che univa le due caserme ed era arrivato fino a noi, come se fossimo prigionieri o, peggio, disertori.
Il primo che rispose fu proprio l'adranita, di cui ho scritto ieri, che gli disse "beddu ottinni di cà, annunca ti staiu tirannu st'anfibiu ndà tista" (traduzione "caro, vattene di qua altrimenti ti lancio questo anfibio e ti colpisco in testa").
Poi il catanese che aveva minacciato di bruciare la casa a Francesco ferrara se avesse continuato a farci fare la reazione fisica "'mpare, chiffà voi campari? ottinni ca sta mitragliatrice t'azziccu nto xxxx" (traduzione "compare, vuoi vivere ancora? allora vai via altrimenti questa mitragliatrice te la infilo nel xxx").
Il "rambo" iniziò a saltare da un letto all'altro, sembrava "spiderman" vestito da guerra, gli mancava solo un coltello tra i denti e una bomba a mano in una delle due mani.
Un pò tutti ci lamentammo e cercammo di spiegargli che poteva tornarsene da dove era venuto, perchè lì eravamo tutti a supporto di una caserma non operativa.
Ci pensò Francesco Ferrara a farlo desistere, dicendogli "'mpare, ma no vidi ca cà semu tutti raccumannati, cecca d'arricogghiti i pupi e tonnitinni di unni vinisti, annunca cà ti fanu u munti!" (traduzione: "compare, ma non lo vedi che qua siamo tutti raccomandati? cerca di ricomporti, cerca di girare i tacchi e ritornare da dove sei venuto, altrimenti di mettiamo sotto e tutti noi uno sopra all'altro a mò di monte").
Il "rambo" venne così "disarmato" e chiedendo scusa mentre usciva dalla stanza si sentì l'adranita esclamare "beddu stuta a luci ca vulemu dormiri e non t'arricampari chiui, annunca sti anfibi ti tiru nda tista, u capisti?" (traduzione "bello, spegni la luce perchè noi vogliamo dormire e non venire più altrimenti questi anfibi te li tiro in testa, l'hai compreso?").
Scoprimmo così che nelle caserme, quelle serie, o meglio quelle vere, esisteva la "prontezza operativa", ovvero una esercitazione "quando meno te l'aspetti", con simulazione di un attacco esterno e relativo respingimento del "nemico".
Ma noi le uniche armi che avevamo erano delle penne biro BIC blu, nere e rosse, con le quali avremmo potuto respingere un attacco nemico solo con la carta bollata!
E la mattina seguente, alla sveglia, Francesco Ferrara raccontava delle sue esercitazioni militari, ma il catanese che voleva bruciargli la casa disse "mpare, astutiti tu e tutti sti paracadutisti, ca ci sù i cornetti caudi caudi" (traduzione "compare fai silenzio tu e tutti i paracadutisti, perché sono arrivati i cornetti caldi caldi").
Finì così la mia unica esperienza di prontezza operativa ...
... domani continua ...
Egregio dott., Le pare niente la "carta bollata" come arma!?!?
RispondiEliminaSe saputa usare fa più "danno" di una mitragliatrice.......
a Catania ammetto che ci siamo divertiti
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