Ripropongo, visto che purtroppo nulla è cambiato, ciò che ho scritto ad ottobre 2019.
Con il dott. Valerio Longo abbiamo girato in lungo ed in largo il laghetto, e verificato anche i danni derivanti dall'abbandono "coatto", scaturito dall'assurda vicenda.
Un sacco di soldi spesi, e poi ... la scure della Amministrazione Pubblica ... incapace di guardare, come avviene spesso, al di là del proprio naso, ma anche di leggere leggi e norme ed applicarle come andrebbero applicate.
E purtroppo non è solo questo il caso in cui le iniziative personali vengono "ammazzate" prima del nascere.
E mentre giravamo la zona, costatando i danni, dicevo fra me e me "ma di che stiamo parlando" ...
Eppure è così: tutto fermo, lì a distruggersi.
Ma ciò che si distrugge, a parte le cose materiali come la struttura in legno, come l'impermeabilizzazione del laghetto, ciò che si distrugge è la voglia di operare in un territorio di per sè abbandonato, un territorio da cui tutti fuggono, un territorio dalle potenzialità immense, ma puntualmente depresse, come se ... ci fosse la bieca volontà di non far progredire il territorio, ma anzi di svuotarlo di persone e mezzi.
Il Cable Park, secondo me, poteva essere una di quelle strutture che avrebbero potuto dare al territorio di Acireale, un minimo di rivalsa dalla abulìa nella quale è caduta la città da almeno un trentennio, e tentare di riportare questa splendida città, fondata dai nostri avi, ai fasti di un tempo, quando tutto ce la invidiavano.
Caro Valerio, ho letto pure della richiesta di risarcimento danni avanzata al Comune di Acireale, e ... anche se spero che tu possa ancora riuscire a far nascere questa iniziativa, so benissimo nessuno mai potrà risarcire questo periodo buio che stai passando, e il sorriso che ti hanno rubato, quel sorriso col quale ti ho conosciuto, e che l'altro giorno non c'era più. Un sorriso rubato.
Poi ci lamentiamo che le persone scappano da questa terra ... tanto bella, ma tanto ingrata.
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