"Comu ni chiamanu passassi lei" (traduzione "appena ci chiamano, vada lei") mi dice il signore seduto innanzi a me.
"Grazie" rispondo "ma io alle file ci tengo, e sono dopo di lei". E lui "e chissacciu sa a mè dosì jè chidda ca fà moriri" (traduzione "e che ne so io se la mia dose è quella che fa morire") e si mette a ridere.
Io sorridendo rispondo "e che vuole che muoio io?" e poi aggiungo "ma non ci sono dosi che fanno morire ed altre no", rido ed aggiungo "e perchè, in caso dovrei morire io e lei no?".
E lui ridendo "era tantu pì parrari" (traduzione "era tanto per parlare") e poi aggiunge "jù comu finisciu a cincu minuti sugnu a 'a casa" (traduzione "io appena finisco in cinque minuti sono a casa").
Io, visto che si era instaurata questa conversazione chiedo "ma che ha in quella carpetta?".
Lui si alza, me la mostra, apre la carpetta ed esce di tutto, dalle analisi cliniche, alla fotocopia della carta di identità, a quella della tessera sanitaria; mancava solo l'estratto di nascita, quello di battesimo, l'estratto dell'atto di di matrimonio, e mi dice "già vinni nautra vota e picchì nun c'javeva a catta d'identità mi ni mannanu, accussì stavota mi puttai u munnu interu" (traduzione "già ero stato qui e siccome non avevo con me la carta di identità mi hanno invitato a ritornare, così questa volta mi sono portato di tutto e di più" (u munnu interu)).
Dentro la carpetta c'era anche una immaginetta di S. Agata.
"jè cu tutti sti catti mi fanu ù stissu l'ALTRA ZENECA, no u MODENNA jè mancu u FFAIZZE'" (traduzione "e con tutte queste carte mi faranno lo stesso l'AstraZeneca e non il Moderna e nemmeno il Pfizer".
La conversazione stava per continuare quando esce l'infermiera e dice "chi è il primo di voi due?", e lui "iddu" e ride, ed io "no, lui", e con la mano gli faccio segno di andare ed aggiungo "e se la dose mortale è la prossima?" e lui "ù capìì, ci vaju e addiu alla sorte" (traduzione "l'ho capito, ci vado ed addio alla sorte").
Il signore sparisce all'interno del box, preceduto dall'infermiera, ma si porta con se la preziosa carpetta, stingendola sotto l'ascella come fosse l'ancora di salvezza.
... domani continua ...
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