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La vaccinazione anti-covid, 6° puntata

E finalmente "tocca a me"; quel signore che mi precedeva esce visibilmente soddisfatto e mi fa segno di entrare.
L'infermiera esce dal box e dice "il prossimo".
Mi alzo, consegno i vari moduli e si entra nel box per la vaccinazione.
L'infermiera legge i vari moduli, appone le varie firme e mi dice di preparare la spalla per la vaccinazione.
Una siringa piccola piccola, con una dose di pochi ml. Pensavo peggio.
Così, non appena la spalla era pronta per il vaccino, l'infermiera procede e, in una frazione di secondo, mi inocula il vaccino, ma proprio in pochissimo tempo. Non ho sentito nulla, nè l'ago entrare, nè la dose.
L'infermiera prende una striscia di cerotto adesivo e un batuffolo di cotone (bello grande), e mette questa protezione sulla zona delle puntura.
Mi consegna un foglio dove c'è scritto che la mia prossima dose verrà inoculata il 22 luglio alle ore 08:05 (vedi che precisione svizzera!) e mi dice di accomodarmi più avanti in una sala, ed attendere 15 minuti.
Mi dirigo in quella sala e chi trovo? Il signore di prima, spaparanzato in una poltrona con tanto di poggiabraccia e di poggiatesta, di quelle "modello relax".
Io mi siedo in una sedia di quelle "per comuni mortali", ma lui mi chiama e mi dice "s'assittassi cà, ca chissi su chiù comode di chiddi unni ni taliamu a televisioni a sira" (traduzione "si segga in queste poltrone, che sono molto più comode di quelle dove ci guardiamo la televisione la sera").
Non me lo faccio dire due volte e mi accomodo nella poltrona, visto che ce n'erano quattro libere.
Appena seduto lui mi dice "u vidi cà n'ha murutu? e mancu jù" (traduzione "lo vede che lei non è morto, e nemmeno io").
E io rispondo "quindi la dose sua non era quella mortale", e lui risponde ridendo "jè mancu a sò" (traduzione "e nemmeno la sua").
Mentre ero seduto ad attendere i 15 minuti, e mentre facevo "zapping" sulle app del telefonino, ecco che suona il telefonino del signore. Era la moglie.
"Jenza! cchì c'èè!" (traduzione "Enza, cosa c'è"). Non so cosa chiese la signora, probabilmente si informava dello stato di salute del signore, perchè lui rispose "cà sugnu, n'haja murutu e sugnu magnificu" (traduzione "sono qui, non sono morto e sto benissimo).
La signora credo che avesse chiesto a che ora sarebbe rientrato a casa perchè lui rispose "vadda, jù pì manciari sugnu a casa, tù staiu dicennu bellu bellu, cà gà m'auttai a stari ccà!" (traduzione " vedi che per ora di pranzo sono a casa, te lo dico <bello bello>, perchè già sono stufo di stare qua").
Il signore era uscito dal box vaccinale qualche minuto prima di me, quindi non erano ancora passati i 15 minuti, ma ad un certo punto si alza e, visto che ormai l'incontro ravvicinato del quanto tipo ci aveva bene o male unito, si avvicina e mi dice "jù mi ni staju jennu, tantu cà cu u sapi ca mi ni vaju?" (traduzione "io vado via, tanto qua chi lo sa se me ne vado?").
Io rispondo "ma come? non resta per i 15 minuti?" e lui sorridendo mi dice "macari lei u 22 lugliu?" ed io "si", "allura ni videmu u 22 lugliu, abbasta ca non m'aspetta cà di ora e finu u 22 lugliu" (traduzione "allora ci si rivede il 22 luglio, però non rimanga qua ad aspettarmi fino al 22 luglio").
Mi fa un sorriso e va via.

... domani continua ...

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