13 maggio, 2021

Quando ero militare, 32° puntata (sottotitolo: il "fumato" serale agrigentino)

Ritorno indietro nel tempo nel periodo palermitano (ottobre 1985), perchè ieri mi sono ricordato di un ragazzo di Agrigento che era in camerata con noi.
Ricordo il nome perfettamente (Gi....llo), ma lo ometto proprio per ciò che sto per raccontare. 
La sera dopo il contrappello, che generalmente eseguiva il sergente Barbera, e dopo che le luci delle camerate fossero state spente, questo ragazzo si alzava e stava via una mezz'oretta.
Quando tornava lasciava dietro di sè l'odore dello "spinello".
Si infilava nel letto, si ricopriva del tutto con il lenzuolo, anche la testa, e dopo qualche minuto si metteva di scatto in posizione seduta ("a mezzo letto", come si suol dire) e gridava "VAI!!, AUTORIZZATO!!!". E ripiombava sdraiato e con le lenzuola fin sulla testa.
Dopo qualche secondo stessa scena, ma stavolta gridava "COSA MIAAA!!!!", e rimpiombava sdraiato.
La cosa andava avanti così per qualche minuto, fintanto che si addormentava.
Tutti noi gli dicevamo "Gi...llo", "ma ogni sera sta cosa???".
Una sera tornò mogio mogio, si mise a letto e ad un certo punto disse "stasera sono strafatto, non ce la faccio", e crollò.
Ma la cosa arrivò alle orecchie del sergente Barbera che una sera fece un blitz; arrivò con una potente torcia e verificato che "Gi...llo" non era nella branda cominciò a fare come un pazzo, piombando poi nella zona in cui alcuni ragazzi "fumavano di tutto, tranne le sigarette", così ci disse tornando nella camerata.
"Gi...llo" e gli altri vennero puniti con 20 giorni di cella di rigore, che significava anche 20 giorni di ritardo nel congedo.

... domani continua ...

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