12 aprile, 2023

Sullo stop degli impianti fotovoltaici in Sicilia


Oggi affronto un tema che va tanto di moda e che ho inserito nelle questioni scritte alcuni giorni fa al 6° posto:
6 - l'agrivoltaico (che nome orrendo) è solo una moda o una necessità
Il nome ... bruttissimo!
Questa "moda" dell'agrivoltaico non mi piace affatto, è un modo per mascherare l'utilizzo dei terreni, fingendo di occuparsi nel frattempo di agricoltura: è l'evoluzione delle vecchie serre fotovoltaiche, che non funzionano affatto per l'attività agricola!
Quando vennero realizzate le serre fotovoltaiche all'interno di esse sotto i pannelli solari le piante crescevano stentatamente e "sfilavano" verso la ricerca del sole, dove non c'erano i pannelli solari le piante crescevano bene, per cui si avevano difformità immense all'interno della serra, che inficiava nell'itera produzione globale delle aziende agricole.
L'agrivoltaico, questa moda di realizzare strutture sopra le piante ...
Beh ...
Innanzi tutto queste strutture, rispetto ai campi fotovoltaici, essendo posizionate ben più in alto disturbano sì il paesaggio, hanno bisogno di strutture più stabili e, quindi più costose ed impattanti.
Ma poi, la cosa che aborrisco, è che realizzando queste strutture su frutteti, agrumeti, esse disturbano la crescita della vegetazione, disturbano l'emissione delle gemme a fiore, causano difformità di crescita nelle varie zone delle chiome a causa di ombreggiamenti differenziati, disturbano le lavorazioni ed i trattamenti antiparassitari, ma soprattutto uno dei problemi principali è il ristagno dell'acqua nelle zone interessate dalle radici delle piante, a causa della ricaduta delle acque meteoriche lungo il lato più basso dei pannelli fotovoltaici e, quindi, in modo puntiforme lungo tutta la lunghezza del campo "agrivoltaico". Non parliamo, poi, della ricaduta dei prodotti antiparassitari o dei fertilizzanti fogliari, le cui particelle arrivano nella zona dei pannelli fotovoltaici per ricadere in modo puntiforme sulle piante ...
Questo agrivoltaico è una di quelle cose inventate da chi non ha idea di cosa succede nei campi e di chi deve fingere di mascherare l'installazione dei pannelli fotovoltaici in modo "sostenibile".

E nel frattempo l'energia elettrica, però serve a tutti e sempre di più ...

... domani continua ...

2 commenti:

  1. Caro Corrado, hai elencato un compendio di luoghi comuni, in gran parte non suffragati da attività sperimentali che possano sancirne l' inapplicabilità o meno. Alla luce delle attuali concoscenze sull' agrivoltaico già praticato in alcune centinaia di progetti in tutto il mondo (Germania e Giappone in primo piano,in Italia ancora pochissime esperienze), è possibile affermare quanto segue:
    1. Foraggere e ceralicole a pascolo diretto o da affienare: fattibile
    2. Agrumeti, frutteti (pomacee, drupacee), vigneti: difficile applicazione, costi eccessivi, difficoltà operative
    3. Piccoli frutti (fragole, ribes, mirtilli, etc): applicabile solo in determinate condizioni pedoclimatiche
    4. cereali da granella: non applicabile per difficoltà operative (produzione di polveri alla mietitura, necessita ampi spazi liberi.
    5. Serre: applicabile solo per colture che si avvantaggiano di un parziale ombreggiamento (i moduli Fv devono coprire non più del 40% del tetto della serra). Fatte personalmente esperienze con spinaci, fragole e altri ortaggi a foglia con buoni risultati. preferibile l' uso di moduli semitrasparenti. Applicabile con successo per alcune specie da vivaistica ornamentale.
    Per il resto delle problematiche da te avanzate ( in parte condivisibili), ne possiamo parlare in altra sede, qui mi dilungherei troppo.

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  2. Condivido completamente il post...l'agrofotovoltaico è l'evoluzione peggiorativa delle serre fotovoltaiche...nota furbizia perpetrata qualche anno fa, con il plauso degli ecologisti da salotto.
    Serve l'energia certamente, ma ancor di più il cibo...per questo motivo il fotovoltaico nei terreni agricoli è un colossale errore sia dal punto di vista produttivo che ambientale.

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