Io sono la persona meno adatta a commentare la morte di Eluana Englaro. Per un solo motivo, secondo me molto valido: non mi trovo nelle strazianti condizioni dei familiari. Essendo anch'io padre di una bambina, penso che mi si strazierebbe il cuore a vivere per 17 anni come Beppino Englaro. Ma non vivendo questa storia, non posso "sentenziare", come invece fanno 900 deputati e senatori!
Io sono convinto che la cosa va maturata nel proprio cuore, in fondo alla propria coscienza, ma soprattutto innanzi allo specchio e con grande serenità.
Noi non siamo nelle condizioni di valutare; siamo fortunati in questo: non siamo al posto di Beppino Englaro.
E la destra e la sinistra stiano zitte. Rispettino il dolore di un padre, al quale è capitata una delle cose più innaturali e strazianti.
Se io da padre non posso giudicare, come può farlo chi pensa solo a fare scoop mediatici, o peggio di partito?
Con una lacrima che scende dal viso lancio un saluto ad Eluana, ma soprattutto un abbraccio ai familiari, a suo padre Beppino.
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
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