Guardate questa sorta di “vulcanetto” scavato ai piedi di una pianta di arancio.
E’ opera delle arvicole che stanno colonizzando, assieme all’altro terribile colonizzatore che è l’Erigeron (o Conyza), i nostri agrumeti.
Le arvicole fanno un danno enorme; si riproducono velocemente, e la lotta è assai difficile.
Nei giovani impianti portano alla morte le giovani piantine dopo averne scorticato il colletto.
Nelle piante adulte, invece, le arvicole rosicchiano l’apparato radicale, causando non solo un appassimento generalizzato, con conseguente ingiallimento della chioma, ma anche un deperimento tale, che in alcuni casi può anche comportare la morte della pianta.
La lotta, come dicevo, è assai difficile. Le lavorazioni del terreno con erpici a dischi (frangizolle) o con aratri ripuntatori (a sette o nove “masse”) riducono l’infestazione, poichè costringono le arvicole ad interessare un terreno in una zona un pò più profonda, zona a loro non congeniale, e disturbando la produzione delle tane, alla fine si allontanano dall’appezzamento.
La lotta chimica avviene con esche proteiche avvelenate, che si trovano in commercio sia come “grano trattato” che come “bustine”.
Da diversi anni, sia per l’effetto delle non lavorazioni dei terreni, che per l’effetto dell’abbandono generalizzato dei terreni, le arvicole si espandono come una terribile epidemia!
09 settembre, 2009
Un’epidemia?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
E' davvero un piacere leggere argomentazioni agronomiche da una persona profana in questo campo come me, ma affascinato della conoscenza in senso lato. Complimenti Corrado.
RispondiElimina