Tutti parlano, fanno riunioni, passerelle, e nel frattempo il malato muore: le arance cadono per terra, perchè non si trova il rimedio per superare la crisi e ridare fiato ad una economia importantissima, almeno nella Sicilia Orientale.
Ci sono almeno 85.000 “famiglie” a rischio. Altro che Termini Imerese!!!!
Ecco 9 punti per risolvere la crisi, nell’immediato e nel futuro. La Vigoricetta!
Sono spunti di riflessione per poter dare “ossigeno” ad un settore che rischia il collasso.
Ci sono almeno 85.000 “famiglie” a rischio. Altro che Termini Imerese!!!!
Ecco 9 punti per risolvere la crisi, nell’immediato e nel futuro. La Vigoricetta!
Sono spunti di riflessione per poter dare “ossigeno” ad un settore che rischia il collasso.
1) Ridare immediata liquidità alle aziende agrumicole erogando i soldi della “potatura straordinaria 2008” già “in cassa” da un anno!
2) Ridare liquidità alle aziende agrumicole pagando le calamità pregresse (altro che archiviarle con un semplice firma!). Per far ciò l’Assessore vada a Roma a reclamare i quattrini che ci devono da tempo, battendo i pugni sul tavolo e indicandone la priorità!
3) Attivare una compensazione finanziaria per il ritiro di arance di piccola pezzatura, destinando i succhi alle scuole, agli Ospedali, alle Case di Riposo per anziani, alle Caserme dell’Esercito, dei Carabinieri, ecc. Per far ciò l’Assessore vada dal Ministro Zaia reclamando appena 20.000.000,00 di euro, che sono 1/3 di quanto ne ha spesi l’anno scorso per fare lo shopping del Parmigiano. Questa operazione farebbe rialzare i prezzi in campagna per effetto della diminuzione dell’offerta.
4) Attivare i “Voucher” defiscalizzati o agevolati presso l’INPS per far sì che gli agrumicoltori possano consentire di effettuare la potatura degli agrumeti, al fine di produrre merce di elevata qualità, ridando fiato all’economia locale della manodopera nel periodo post-raccolta. Questo è un intervento sociale di grande respiro, a cui nessuno dirà di no! La potatura degli agrumeti, al pari della vendemmia effettuata tempo addietro, consentirà di “mitigare” gli effetti degli ingiustificabili ritardi dell’Amministrazione Regionale alla risoluzione del problema.
5) Attivare una Piano Straordinario per la riconversione degli agrumeti affetti da Tristezza, che producono merce di cattiva qualità, chiedendo apposita deroga all’Unione Europea. Ed in questo punto troveremo certamente l’on.le Giovanni La Via dalla nostra parte.
6) Obbligare alla vendita l’esposizione della doppia “prezzatura”, ovvero indicare oltre al prezzo di vendita anche quello di origine. Questo sistema in Francia ha parzialmente ridistribuito i prezzi, rilivellandone verso l’alto quello all’origine, ovvero al produttore.
7) Azzerare l’ICI nelle aree agrumetate, in modo da ridurre i costi di produzione di 350 €/Ha, e livellare le aziende oggi esenti da quelle che, invece non lo sono; in questo modo si eviterebbe anche la “concorrenza sleale” fra i diversi comuni (es. Lentini-Carlentini, o Palagonia-Ramacca). Questa operazione è immediatamente fattibile attivando la Delibera dell’ARS del novembre 1996 (sì 1996), ferma a Roma presso il Ministero delle Finanze, Delibera che declarava l’intero territorio isolano quale zona svantaggiata.
8) Convocare e far funzionare le Commissioni Censuarie Provinciali, allo scopo di rielaborare gli estimi catastali, dai quali discende ogni tipo di tassazione, sia diretta che indiretta (quali IRES, ICI, Contributi Consortili, ecc.). La rielaborazione degli estimi catastali consentirebbe, nel riparametrare le tasse da essa discendenti, di ridurre i costi di produzione di oltre 700 €/Ha.
9) Per quest’ultimo punto serve l’intervento del Governatore Raffaele Lombardo, che in Sicilia, grazie allo Statuto Speciale (art. 31), è anche Capo delle Forze Armate. Il Governatore dovrebbe indicare, quale fenomeno sociale, la pericolosità della differenziazione nella ripartizione delle ricchezze (chiamiamole così) al Comandante della Regione della Guardia di Finanza, facendo sì che questa indicazione faccia scaturire controlli a tappeto da parte della GdF in tutti i punti vendita della GDO, al fine di verificare i vari passaggi dal produttore al consumatore, e fare luce su chi specula a danno di una intera popolazione che, invece, produce.
Altra, ed ultima alternativa …. dormire come si è fatto finora …
2) Ridare liquidità alle aziende agrumicole pagando le calamità pregresse (altro che archiviarle con un semplice firma!). Per far ciò l’Assessore vada a Roma a reclamare i quattrini che ci devono da tempo, battendo i pugni sul tavolo e indicandone la priorità!
3) Attivare una compensazione finanziaria per il ritiro di arance di piccola pezzatura, destinando i succhi alle scuole, agli Ospedali, alle Case di Riposo per anziani, alle Caserme dell’Esercito, dei Carabinieri, ecc. Per far ciò l’Assessore vada dal Ministro Zaia reclamando appena 20.000.000,00 di euro, che sono 1/3 di quanto ne ha spesi l’anno scorso per fare lo shopping del Parmigiano. Questa operazione farebbe rialzare i prezzi in campagna per effetto della diminuzione dell’offerta.
4) Attivare i “Voucher” defiscalizzati o agevolati presso l’INPS per far sì che gli agrumicoltori possano consentire di effettuare la potatura degli agrumeti, al fine di produrre merce di elevata qualità, ridando fiato all’economia locale della manodopera nel periodo post-raccolta. Questo è un intervento sociale di grande respiro, a cui nessuno dirà di no! La potatura degli agrumeti, al pari della vendemmia effettuata tempo addietro, consentirà di “mitigare” gli effetti degli ingiustificabili ritardi dell’Amministrazione Regionale alla risoluzione del problema.
5) Attivare una Piano Straordinario per la riconversione degli agrumeti affetti da Tristezza, che producono merce di cattiva qualità, chiedendo apposita deroga all’Unione Europea. Ed in questo punto troveremo certamente l’on.le Giovanni La Via dalla nostra parte.
6) Obbligare alla vendita l’esposizione della doppia “prezzatura”, ovvero indicare oltre al prezzo di vendita anche quello di origine. Questo sistema in Francia ha parzialmente ridistribuito i prezzi, rilivellandone verso l’alto quello all’origine, ovvero al produttore.
7) Azzerare l’ICI nelle aree agrumetate, in modo da ridurre i costi di produzione di 350 €/Ha, e livellare le aziende oggi esenti da quelle che, invece non lo sono; in questo modo si eviterebbe anche la “concorrenza sleale” fra i diversi comuni (es. Lentini-Carlentini, o Palagonia-Ramacca). Questa operazione è immediatamente fattibile attivando la Delibera dell’ARS del novembre 1996 (sì 1996), ferma a Roma presso il Ministero delle Finanze, Delibera che declarava l’intero territorio isolano quale zona svantaggiata.
8) Convocare e far funzionare le Commissioni Censuarie Provinciali, allo scopo di rielaborare gli estimi catastali, dai quali discende ogni tipo di tassazione, sia diretta che indiretta (quali IRES, ICI, Contributi Consortili, ecc.). La rielaborazione degli estimi catastali consentirebbe, nel riparametrare le tasse da essa discendenti, di ridurre i costi di produzione di oltre 700 €/Ha.
9) Per quest’ultimo punto serve l’intervento del Governatore Raffaele Lombardo, che in Sicilia, grazie allo Statuto Speciale (art. 31), è anche Capo delle Forze Armate. Il Governatore dovrebbe indicare, quale fenomeno sociale, la pericolosità della differenziazione nella ripartizione delle ricchezze (chiamiamole così) al Comandante della Regione della Guardia di Finanza, facendo sì che questa indicazione faccia scaturire controlli a tappeto da parte della GdF in tutti i punti vendita della GDO, al fine di verificare i vari passaggi dal produttore al consumatore, e fare luce su chi specula a danno di una intera popolazione che, invece, produce.
Questo programma o proclama di guerra deve avere un nome !Una volta lanciato dev'essere sostenuto da tutti gli agricoltori siciliani e reclamizzato in tutti gli ambienti. Bisogna dare voce a chi è capace di far capire i motivi della lotta e le ragioni di tante denunce.Riuscirete a raggiungere tale scopo? Lo dubito perchè anche i lettori di questo blog, appena chiudono il PC, dimenticano tutto e riprendono il tran tran quotidiano fatto di rampogne inutili e lecchismo idiota.
RispondiEliminaLa ricetta è validissima, manca al governo regionale l'interesse per la salute del malato.
RispondiEliminaBene, rientrando nella categoria di coloro che anche "scrivono" e non solo leggono in questo blog, potrò leggermi la ricetta senza sentire sul collo l'alito del giudizio di Linarena.
RispondiEliminanon sarebbe nemmeno male pensare ad un intevento del'Antitrust per abuso di posizione dominante e accordi collusivi e di cartello,organismo che si attiva pero solo su denuncia di portatori legittimi di interessi,come associazioni di categoria e associazioni di consumatori
RispondiEliminain Francia i prezzi si sono 'aggiustati' non per il doppio cartellino,ma per la famosa Legge Galland,che è la legge francese che vieta le vendite sottocosto di tutti i prodotti già da 5 anni almeno.
RispondiEliminaIn Italia una legge del genere c'è l'abbiamo,ma per contenuti è profondamente diversa e ancora non è stata applicata manco una volta perche i suoi presupposti applicativi sono troppi ampi...
aiace
Gent. Dottor Vigo, oggi tenga particolarmente d'occhio i copia e incolla (se può); da qui in avanti ne vedremo delle belle. Il ns. Ministro temporaneamente distaccato in Alaska (o chessò io) dichiara che le regole vanno fatte dai politici e non dai tecnici dimenticando, però, che il più delle volte vengono invece fissate dai burocrati. Lei, qui nel Suo post, fornisce un bell'esempio di fattivo buonsenso suggerendo una ricetta basata per lo più sull'utilizzazione di regole che già esistono e, in quanto tali, cognite sia ai politici che ai burocrati nonchè ai tecnici. Speriamo che chi di dovere non perda l'occasione di questa meritoria opera di bricolage informatico e traduca il Suo post in norma; è lecito sperarlo e sarebbe un atto di buona amministrazione farlo.
RispondiEliminaVai Corrado non demordere. Ti dovrebbero fare Assessore!
RispondiEliminaParole sante Dr. Vigo, parole sante.
RispondiEliminaRicetta oltremodo valida e meritevole di essere analizzata e discussa in ogni minimo dettaglio, visto che molte parti possono essere messe in pratica abbastanza semplicemente.
RispondiEliminaSperiamo che questi suggerimenti ricevano l'attenzione dovuta.
Delfo Fusillo
La ricetta è semplice semplice, ma efficace.
RispondiEliminaDubito che i nostri apparati burocratici riescano a comprenderla...non possono accettare il fatto che non si possa rendere un pò più complessa e astrusa.
Devono necessariamente complicarsi la vita, altrimenti viene meno la loro stessa ragione di esistere.
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caro dott. Vigo,se non si decide a mettersi in politica,le sue parole o meglio le sue scritture rimarranno buttate al vento
RispondiEliminacertamente attualmente in politica gente che ne sa meno del Dott.Vigo ce nè...qualche migliaio di voti li prenderebbe di sicuro...però non mi sono mai spiegato come mai non ce stato mai un politico che abbia preso a cuore veramente la tematica agrumicola...quelli attivamente impegnati si contano sulle punte delle dita,ora mi viene in mente nello musumeci che ogni tanto ne parla con competenza e michele Umana che 15 anni fa aveva messo in piedi una bella organizzazione,poi pure lui è scomparso nell'ombra,'sa chi fini fici'?
RispondiEliminaAiace
Caro Dott. Vigo e Cari Amici Agricoltori!!!
RispondiEliminaun punto non trattato ma di fondamentale importanza!!! E' LA PUBBLICITA'!!!
ABBIAMO UN PRODOTTO POCO CONOSCIUTO!!!! (basti pensare la Melinda!!!) tutti oggi acquitano mele!!!
mi ricordo che 10 anni fa l'arancia si consumava molto di più!!! quindi io personalmente metterei come primissimo punto "PUBBLICITA' PUBBLICITA' PUBBLICITA'"
maria carmela