C’era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un castello che custodiva un tesoro.
Nessuno, tranne il Re, sapeva quale fosse il tesoro. E l’immaginazione faceva volare in alto i pensieri.
Un giorno il Re, orgoglioso del suo tesoro, decise di renderne pubblica la notizia. Riunì una moltitudine di persone e mostrò loro un frutto: una arancia appena raccolta.
”Ohhhhhhh” fu l’esclamazione corale.
Da quel giorno ognuno volle a casa propria un albero uguale, e altri ne vollero più di uno. Il tesoro, pertanto, divenne di dominio pubblico e non fu più tale.
Ma il Re non si perse d’animo. Aveva il super-tesoro: un albero di arance rosse, e non lo diceva a nessuno.
Un infido servitore, però, scoprì quell’albero, ed ogni giorno (a partire dal 10 marzo di ogni anno) raccoglieva un frutto (pare che se ne potesse raccogliere solo uno a pianta in base al 2° Editto Assessoriale) e lo spremeva per i suoi figli, che ne andavano ghiotti.
Il Re scoprì l’infido servitore e lo cacciò dal castello, ma il danno ormai era fatto: la pianta di arance rosse non aveva più frutti. L’infido servitore ne aveva spremute alcune; le altre erano cadute per terra, poichè per l’Editto Assessoriale 2° non fu possibile spremerle tutte.
Il Re, di conseguenza, si ammalò; ma prima di morire incaricò uno stregone e gli chiese un incantesimo: il suo castello doveva divenire rosso come il colore del suo super-tesoro, le arance rosse, e una pioggia di spremute di arancia avrebbero scandito i giorni.
Qualche infiltrato racconta che Titti e il suo potente accompagnatore Mickey Mouse scapparono dal castello, dove si erano insediati poco tempo addietro, ma vennero puniti dallo stregone che li pietrificò. I due vengono ancor oggi visti nei pressi del castello, ma il super-tesoro è andato definitivamente perduto.
E tutti vissero felici e contenti.
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
dottore Vigo, un appunto: manca la strega cattiva
RispondiEliminaBella questa favola.
RispondiEliminasi sta avverando
lA STREGA CATTIVA E'...ops, meglio che non parlo. Forse il nome comincia con la B e finisce con la I?
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