Cominciate a scrivere i "nomi" che potrebbero essere candidati all'elezione del FUNZIONARIO DELL'ANNO 2010 (1° semestre).
Io ne ho già qualcuno, da riproporre perchè sorpassato l'anno scorso.
Il premio è un mio libro giallo, con tanto di dedica e di indicazione del premio!
Caro Ottavio,
RispondiElimina1^ Parte
la Pubblica Amministrazione ha perfettamente capito ciò che tu rivendichi ed proprio per tale ragione che paradossalmente ostacola lo sviluppo.
la Pubblica Amministrazione rappresenta la più importante massa salariale, la principale fonte di sostentamento delle famiglie e la più numerosa e facilmente controllabile base elettorale della nostra Isola, ma la Politica ne deve subire il ricatto cedendole potere in cambio del voto e del supporto/consenso amministrativo per l’arbitrario utilizzo delle disponibilità.
Per tale ragione, si realizza un circuito perverso autoreferenziale, sempre più distaccato dalla società reale e dal mondo produttivo dove l’esercizio del Potere diviene prioritario rispetto all’assolvimento delle funzioni Amministrative.
E’ l’inevitabile frutto di una economia assistita, ovvero che non si regge sulla capacità di produrre ricchezza e distribuirla ma, al contrario, sulla capacità di spenderla.
Prima di essere produttori siamo consumatori: economia tipica di quello che una volta veniva chiamato 3° mondo: l’apparato dello Stato è più importante di quello produttivo e tende sempre più ad allargarsi determinando parassitismo ed inefficienza.
Si crea così un blocco di potere che si alimenta a vicenda ed indebolisce sempre più il sistema produttivo proprio perché l’Amministrazione individua il motivo e la legittimità della propria esistenza non nelle forze che producono ricchezza ma in quelle che la distribuiscono, a prescindere da dove essa provenga.
Ma anche la Politica s’indebolisce sempre di più: in questi periodi viene definita “debole” nel rapporto con i cittadini, nei programmi di sviluppo economico, nella capacità di destinare e reperire risorse per i settori che producono ricchezza, per la incapacità di rendere efficiente la macchina amministrativa.
Lo sviluppo dei settori produttivi determinerebbe, come avviene altrove, un perdita di Potere Amministrativo e viene inconsapevolmente, inconsciamente ostacolata.
Non si tratta dunque di funzionari sciocchi o infedeli o che non hanno capito “……che ogni impianto è un arricchimento del territorio ed un apporto di capitali” (cito le tue parole) ma ritengono, in buona fede e collettivamente, in quanto Istituzione, che il loro principale ruolo non sia quello di favorire gli investimenti ma di regolare, controllare, arginare lo sviluppo per non alterare lo status quo, gli equilibri politicamente e socialmente dati.
Caro Ottavio,
RispondiElimina2^ Parte
La responsabilità non è solo di una classe politica dotata di scarsa visione del futuro e basso senso dello Stato ma anche e soprattutto nostra, di coloro che in varia forma e con diverso ruolo (dall’imprenditore al contadino, dal commerciante alla commessa) contribuiscono alla produzione della ricchezza di una Regione, di un Distretto, di una Nazione.
Ed ancor più di noi Siciliani che abbiamo l’abitudine a trovare soluzioni individuali, ravanando tra i corridoi delle istituzioni alla ricerca di una soluzione personale ed individuale al nostro, apparentemente singolo, problema, di noi che cerchiamo il favore del funzionario o del Politico illudendoci di “risolvere” le nostre vicende in realtà contribuendo ad aggravarle, del nostro sempre sentirci più “furbi”.
Perché in Trentino, in Lombardia ed altrove la direttiva UE della DIA è stata subito interpretata con ½ pagina e da noi con molte decine e ci sono volute le lunghe battaglie di Corrado per ridurla a 2 ?
Forse i nostri funzionari sono più imbecilli ? - No, interpretano diversamente il loro ruolo, come detto sopra “fanno il loro mestiere”.
Perché tra le infinite, lunghe, ossessionanti, inutili, arbitrarie, costose, vessatorie e complicate regole, regoline e regolette, corsi, corsini e corsetti cui noi dobbiamo sottostare, nessuna è rivolta a tutelare i produttori ed i consumatori dai grandi cartelli delle centrali d’acquisto che impongono prezzi impossibili?
Perché a chi fa concorrenza ai nostri prodotti, da altre aree produttive, non viene richiesto di sottostare alle nostre stesse costose regole per renderla trasparente e leale?
Tutto ciò, e molto altro ancora, sono solo esempi per sottolineare che, non essendo questo un terreno d’interesse diretto dell’Apparato Politico / Amministrativo, è solo nostra responsabilità se non abbiamo la capacità di farci sentire e proporci come interlocutori ed elementi costituenti di un nuovo status economico e sociale capace di progettare futuro, creare ricchezza e determinare sviluppo.
Dobbiamo smetterla di essere i primi a chiedere assistenza, piuttosto, pretendere oculati modelli di sviluppo, efficienza, infrastrutture, rispetto e tanto altro ancora.
Un saluto a te, a tutti del blog e soprattutto al Grande Coraggioso Corrado che ci permette tutto questo.
6/4/’10 - Saro Romeo