Un inverno senza piogge, una politica agricola che non c'è da anni ed anni, da decenni e decenni.
La siccità che si tocca con mano.
I Consorzi di Bonifica abbandonati a sè stessi.
Costi energetici insostenibili.
Eppure gli agricoltori "tengono" ancora, sono ancora in campo, nonostante l'abulia della politica agricola regionale (che non c'è).
Questo è il sesto anno consecutivo in cui le piogge si sono ridotte sensibilmente, ma la cosa sembra non interessare.
Tanti anni fa l'attenzione verso l'agricoltura era maggiore, ma le terre coltivate e coltivabili sono le stesse, le esigenze degli agricoltori sono le stesse.
Cosa è cambiato da una ventennio/trentennio fa? Le tasse, i costi energetici, i costi di manodopera, la concorrenza sleale di paesi extraeuropei, lo strapotere della GDO e ... la mancanza di una politica regionale.
Il fatto che ormai i contadini valgono il 3/4% dell'elettorato e che col nuovo feudalesimo dominante i pacchetti di voti dei braccianti sono in mano ad una decina di grossi imprenditori del settore. È facile, molto più facile interloquire con 10/20 soggetti che con 1000000/2000000 di singoli. Un sistema costruito ad oc ed autoreferenziale. Noi pecore smarrite del gregge possiamo solo belare nel silenzio della vasta e sperduta macchia mediterranea. L'acqua di fatto c'è per pochi ma non più per tutti, e se è scarsa o difficilmente approvigionabile ha un maggior valore...
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