27 luglio, 2021

La seconda vaccinazione anti-covid, 4° puntata

Alle ore 08.05, finalmente, si aprono i cancelli, fra le lamentele di chi aveva una prenotazione alle ore 07.50, e un addetto alla vigilanza annuncia di nuovo "solo i prenotati dalle ore 8 alle ore 9".
Apriti cielo! Moltissimi saltano le due file dicendo "io, iio", fregandosene di chi era lì da prima.
Inizia una specie di schermaglia fra tutti, chi diceva "anche io sono dalle 8 alle 9" e chi diceva "arrivanu!".
Insomma un caos da terzo mondo.
Il signore con la "stampella finta" passa; aveva raggiunto il suo scopo.


Piano piano, finalmente entriamo; ad un signore che cerca di passare ancora una volta la fila dico "la fila, torni indietro", e lui spavaldo mi sventola la sua prenotazione gridandomi in faccia "io sono dalle 8 alle 9", ed io rispondo "anche io, ma sono rimasto in fila; lei torni indietro". 
Malvolentieri torna al suo posto.






Gli addetti alla vigilanza avevano con sè una sorta di rotolo di carta, ma in effetti era un rotolo "elimina code" utilizzato a mano.
Finalmente mi consegnano il n. B60 ed entro, fra le spallate di quelli che chiedevano il loro numero, sempre saltando la fila.




 


Comincia così, finalmente, il cammino fra le transenne posizionate per le due file di vaccinandi, sotto il sole e senza che vi sia nella fila "AstraZeneca" nemmeno una cappottina/tenda.
Con i moduli già compilati in mano, e la prenotazione, mi dirigo verso l'accesso alla struttura "ex mercato comunale".
Il "cammino di santiago di astrazeneca" o "il cammino del vaccino di compostela".
Un piccolo tavolino aveva dei moduli di carta, dove le persone andavano a compilare i dati.
Io li avevo portati con me, scaricati fra il sito dell'assessorato sanità e quello dell'ASP di Catania: in totale otto fogli di carta, con circa 12 firme ... nell'era del digitale, e con tanto di 1° green pass e di prenotazione con tanto di QRcode consegnatomi dal sistema vaccinale ... 
Siamo nel terzo mondo, altro che Europa!

Ed ecco che l'elimina code inizia a fare il suo effetto, effetto maggiore del vaccino, quanto meno più immediato.
Tutti in piedi, tranne qualche sedia, ad attendere che "l'omino della vigilanza" faccia la chiamata con il numero che abbiamo in mano.
E iniziano i commenti di chi "non ci sento", "che numero ha detto?", "ma quando ci spicciamo", ma uno in particolare chiede "ma l'infemmieri ci su?".
L'omino della vigilanza continua a chiamare, piano piano, ed i numeri scorrono.
Arriva il signore che era dietro di me in fila e mi domanda "chi nummiro c'avi?" (traduzione "che numero le hanno consegnato?"), ed io "B60", e lui "e picchì mai a mia, cà eru arreri a lei, mi resiru u 68?" (traduzione "perchè mai a me, che ero dietro di lei, hanno dato il numero 68?").
"Non so" rispondo. Lui va via.

Le poche sedie, "prese in prestito" dalla sala interna, quella del "15 minuti di attesa dopo il vaccino" vanno a ruba e un signore si siede; ad una signora che gli diceva "mi fa male la gamba, mi fa sedere" lui risponde "le sedie sono per gli anziani, quindi mi sono seduto".
La signora mi guarda, alza le spalle, ed io le dico "signora ci sono due sedie più avanti, gliene piglio una?". "No, grazie, la prendo io" risponde la signora e poi continua sottovoce "avissi arristare acciuncatu chissu cà" (traduzione "dovrebbe restare zoppo questo signore").
E nell'attesa ... persone senza mascherina, come il signore (in foto) che si è seduto  e persone con la mascherina sotto il mento e/o sotto il naso, ma nessuno, del personale addetto, dico nessuno, a dire alle persone di mettere la mascherina. NESSUNO!.

Finalmente arriva il mio turno "B60" ...e ... continua domani ...





Nessun commento:

Posta un commento